Per questa volta sembra essere andata bene al vino italiano. Dopo tanti patemi d’animo, raccolta di firme, appelli e mediazioni diplomatiche, Trump sembra pare abbia risparmiato al mondo del vino italiano la follia dei dazi ritorsivi a causa della querelle commerciale Boeing-Airbus (il consorzio aereo europeo però si becca un 5% in più di dazi punizione dal 10% che era). Leggete qui e qui.
Ora tutti tirano un sospiro di sollievo per il mancato pericolo, ma sarà davvero così?
Essì perché Trump potrebbe, secondo l’iter daziale statunitense, rivedere tutto tra sei mesi. E non dimentichiamo che, come fanno osservare alcuni operatori italiani, se da un lato i nostri vini sono stati risparmiati da questa tornata di dazi, gli Usa hanno confermato quelli a carico di alcolici e vini francesi e spagnoli. Sarà segnale buono o cattivo?
Ragion per cui allegria sì, ma con moderazione e prudenza.
Ora, per il vino italiano, varrebbe la pena di cercare di costruirsi un paracadute commerciale, tradotto: continuare a mediare con Trump & C., tenendo sotto pressione il nostro Governo e quello Ue, avviare azioni di apertura e/o consolidamento dei mercati alternativi o paralleli agli Usa; strutturare iniziative di promozione e comunicazione sia sul mercato estero (proprio sugli Usa Barolo e Barbaresco hanno recentemente investito parecchio in questo senso con una missione in terra americana, il Prosecco doc lo farà a breve) sia interno e a questo proposito ok, è vero l’Italia sembra non essere ancora uscita dalla crisi del 2008 e oltre questo ha governanti che neanche su Marte, tuttavia chi dice che il Belpaese sia perduto a nostro avviso soffre di sindrome da tafazzismo.
In conclusione: il sistema vino Italia ha evitato per un pelo di sbattere contro un muro, ora, per favore, si costruiscano aibag efficienti e, magari, si percorrano strade alternative. Perché il viaggio, signori e signore del vino, è ancora lungo e, come abbiamo visto, non sempre comodissimo.
Filippo Larganà (filippo.largana@libero.it)
Dazi Usa. Il giorno del Giudizio è arrivato (ieri). Vini italiani risparmiati, per ora. Pericolo scampato?
inserito il 15 Febbraio 2020Lascia un Commento
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