Alle prese con il Covid o virus cinese, come lo ha chiamato lui più volte, e con tutte le gravissime crisi economico-sociali che ne sono seguite e stanno ancora travagliando gli Stati Uniti d’America,, Donald Trum forse non se l’è sentita di avviare un’altra guerra commerciale con la UE e ha preferito, così almeno sembra dalle notizie diffuse dai media in queste ore, di non aggravare i dazi sui prodotti europei.
Ringrazia, e tanto, l’Italia che, secondo alcune stime avrebbe evitato una stangata tra i tre e i quattro miliardi di euro. certo non ne avevamo bisogno in questo non facile momento.
Nello specifico il Presidente Trump, per quanto riguarda i prodotti italiani, non avrebbe applicato ulteriori dazi, come aveva, invece, minacciato mesi prima della pandemia, mettendo nel mirino vino, olio e pasta italiani. Ha, però, mantenuto pensati percentuali daziali sui formaggi e altre produzione Made in Italy.
Subito ci sono state le prese di posizione delle organizzazioni dei produttori agroalimentari.
Coldiretti in un lancio pubblicato sul sito dell’Ansa ha spiegato che: «I nuovi dazi avrebbero colpito 3 miliardi di euro di cibo Made in Italy, pari a 2/3 del totale in un momento reso già difficile dall’impatto della pandemia sul commercio globale. Tra l’altro gli Stati Uniti sono il primo mercato extraeuropeo per i nostri prodotti agroalimentari tricolori per un valore che nel 2019 è risultato pari a 4,7 miliardi, con un ulteriore aumento del 4,8% nei primi sei mesi del 2020, anche se a giugno le difficoltà causate dal coronavirus hanno fatto segnare una inversione di tendenza (-0,9%)». Coldiretti, tuttavia, segnala anche che nonostante non siano stati applicati dazi su vino, pasta e olio «sono rimasti in vigore le tariffe aggiuntive del 25% entrate in vigore lo scorso 18 ottobre 2019 che hanno già colpito specialità italiane come Parmigiano Reggiano, Grana Padano, Gorgonzola, Asiago, Fontina, Provolone ma anche salami, mortadelle, crostacei, molluschi agrumi, succhi e liquori come amari e limoncello».
Dino Scanavino, astigiano e presidente nazionale Cia (Agricoltori), affida a un post sul sito della sua organizzazione un’analisi più approfondita, e dice che ora: «Serve lavorare a livello europeo per salvaguardare il nostro sistema agroalimentare, che soffre a causa delle conseguenze della pandemia. La contrazione dei consumi interni di Parmigiano Reggiano, Grana Padano, Gorgonzola è stato, infatti, un ulteriore colpo per queste eccellenze italiane, già vittime della politica protezionistica Usa nel 18 ottobre 2019». E nonostante il sollievo per i mancati dazi a una parte dell’agroalimentare italiano avverte: «Cia è preoccupata anche per i nuovi dazi annunciati su prodotti della Francia e della Germania, che non potranno non avere ripercussioni per il nostro Paese: la chiusura dello sbocco Usa per quelle merci creerà necessariamente una sovraofferta nel mercato interno. Restiamo, comunque, fiduciosi che il lavoro negoziale del Commissario Hogan con l’amministrazione Usa possa risolvere una volta per tutte questa lunga guerra commerciale, anche in vista dell’atteso verdetto dell’arbitrato Wto sulla controversia Boeing, che dovrebbe risolversi in modo positivo per l’Europa».
Per Massimiliano Giansanti, presidente di Confagricoltura dagli Usa è arrivata una buona notizia e dice che: «… l’inasprimento dei dazi avrebbe posto un ostacolo in più sulla strada verso la piena ripresa del sistema agroalimentare italiano dopo l’emergenza sanitaria». E aggiunge che: «Un particolare ringraziamento va al Governo e alla nostra rappresentanza diplomatica per l’efficace azione svolta nei confronti dell’amministrazione statunitense». Giansanti dà anche un po’ di cifre e ricorda che gli Stati Uniti sono il primo mercato di sbocco del Made in Italy agroalimentare fuori dalla UE e che nel 2019 l’export di settore ha superato 4,5 miliardi di euro. I vini, da soli, incidono sul totale per 1,5 miliardi. «È anche importante rilevare – aggiunto nel suo intervento sul sito dell’organizzazione – che gli Stati Uniti hanno formalmente espresso la disponibilità a negoziare con la UE un accordo che metta fine al contenzioso ultradecennale sugli aiuti pubblici ai gruppi Airbus e Boeing (è da questa diatriba che sono nati le ritorsioni a colpi di dazi tra Usa e Ue ndr). È una disponibilità che va colta con la massima urgenza da parte della Commissione europea, per raggiungere un’intesa che consenta di eliminare i dazi che gravano sui nostri prodotti dall’ottobre dello scorso anno».
Dazi. Trump non allarga i dazi contro i prodotti italiani. Salvi vino, olio e pasta, ma stangata sui formaggi
inserito il 13 Agosto 2020Lascia un Commento
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