Coronavirus. Timori dal mondo agricolo piemontese. C’è chi chiede di eliminare dazi ed embarghi e chi pensa a strumenti finanziari per evitare contraccolpi e aiutare a ripartire per il dopo Covid-19

inserito il 4 Marzo 2020

Fiere internazionali del vino rinviate in Europa (Prowein e Vinitaly) e resto del mondo (Cina), cancellazione di voli diretti per l’Italia, chiusure delle frontiere, importatori in fibrillazione, ingressi delle Cantine presidiati da flaconi di disinfettate e mascherine. Nonostante tutto l’ottimismo farinettiano di cui siamo capaci si fa fatica a trovare spunti positivi anche perché la situazione Covid-19, come ha ammesso lo stesso premier Conte, è seria.
In primo piano, naturalmente, c’è la salute degli italiani. A ruota ci sono anche le ripercussioni economiche del Coronavirus su tutti i comparti con il mondo agricolo italiano e piemontese in prima fila collegato com’è alle relazioni internazionali oltre che interpersonali.
In questo senso, da più parti in Piemonte cominciano a levarsi voci che invocano agevolazioni e aiuti analoghi a quelli applicati nelle regioni più direttamente interessate dall’infezione.
La Coldiretti chiede di aiutare tutto il made in Italy azzerando i dazi Usa e cancellando l’embargo verso la Russia, leggi qui. Anche Confagricoltura e Cia avanzano richieste di aiuti e supporto al mondo agricolo, leggi qui e qui.
Per quanto riguarda il mondo del vino ci sarebbe fibrillazione del settore della cooperazione. Non ci sono ancora dichiarazioni ufficiali e tuttavia, stando alle indiscrezioni, pare che le cooperative vitivinicole piemontesi abbiano intenzione di avanzare proposte alla Regione Piemonte per mettere in sicurezza economica il comparto. Tra le ipotesi fidi bancari a condizioni agevolate e con l’aiuto della Regione e lo stop dei contributi previdenziali per tutto il 2020. E non è escluso che richieste simili arrivino anche da altre categorie del comparto vinicolo.

Filippo Larganà (filippo.largana@libero.it)

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