Come al solito i risultati del Champagne & Sparkling wine world championships 2019 (Cswwc), competizione internazionale leader per le “bollicine” (quarda qui) fanno discutere e parlare il mondo degli spumanti italiani, settore sempre in fermento e non solo da un punto di vista strettamente enologico, vedi l’inserimento, una settimana fa, nei siti Unesco patrimonio dell’Umanità delle colline prosecchiste di Conegliano e Valdobbiadene. Insieme ai tanti che hanno osannato la cosa, si sono levate voci dissidenti. Il Piemonte aveva inserito i suoi paesaggi vitivinicoli di Lange-Roero e Monferrato nel 2014 ed era accaduto più o meno la stessa cosa.
Ora, dopo la pubblicazione dei risultati del Cswwc gli amenti del vino “parlato” si sono scatenati e indicato, insieme a qualche media, l’ennesimo sorpasso dell’Italia sulla Francia. Essì perché pare che in fatto di premi assegnati dal Cswwc, gli italiani en abbiamo raccolti più dei francesi che significa spumanti del Belpaese contro Champagne. Che dire? Ok i premi, ok i volumi, ma il valore delle bollicine è ancora dalle parte dei cugini d’Oltralpe che spuntano, ça va sans dire, prezzi medi più alti rispetto ai vini italiani.
Sia come sia la agguerrita pattuglia italica si è comunque fatta onore. E tra tanti veneti, lombardi, emilio-romagnoli e perfino un campano, hanno raccolto premi e riconoscimenti anche i piemontesi. Evviva!
Un paio le maison che sono salite sul podio: la Cuvage di Acqui Terme, nell’Alessandrino, che proprio recentemente ha lanciato sui social il suo primo Alta Langa, e la Bosca di Canelli, in provincia di Asti, proprio il luogo dove nel 1865 nacque il primo spumante d’Italia e dove una quindicina di anni fa partì la prima idea della candidatura Unesco per le Cantine Storiche dello spumante poi allargate ai vigneti langhetto-roerini e monferrini. Insomma non è un caso.
Nello specifico Cuvage, che fa parte della galassia Mondo del Vino, ha avuto una medaglia d’oro per il suo Acquesi Asti docg dolce (qui) e tre d’argento per rispettivamente il Metodo Classico Pas Dosé a base di uve pinot nero, chardonnay e nebbiolo (qui)sia in confezione da 1,5 litri che nella classica 75 cl; e per il Metodo Classico Nebbiolo Rosé, Alba DOC, da 75cl, ottenuto da uve 100% nebbiolo (qui).
Per la canellese Bosca, che ha cantina storica a Canelli e stabilimenti di produzione a Costigliole d’Asti ed è condotta dai fratelli Pia, Luigi e Polina Bosca, è arrivata la medaglia d’argento per l’Asti Secco docg Five Stars Collection (qui), un segnale importante per questa nuova tipologia di Asti, non dolce, lanciata un paio di anni fa da un gruppo sempre più nutrito di maisons medio/piccole.
Complimenti a tutti con una preghiera, però, i sorpassi facciamoli con strada libera e in piena sicurezza, magari mirando più al valore delle bollicine italiane che non sono seconde a nessuno (ma gli italiani lo sanno?).
SdP