Lamberto Vallarino Gancia è stato eletto presidente del Consorzio Alta Langa che raggruppa viticoltori e industrie spumantiere. L’elezione del neo-presidente è stata approvata all’unanimità da tutti i partecipanti all’Assemblea Generale dei consorziati.
Piemontese, originario di Canelli – che è patria di Gancia e del primo spumante italiano – Lamberto Vallarino Gancia è esponente della quinta generazione della famiglia Gancia che da 160 anni produce spumanti e vini italiani. È presidente degli industriali Federvini e del Comité Européen des Entreprises Vins (CEEV), oltre ad uno dei massimi esperti del settore vinicolo in Italia.
Nel Consorzio, oltre ai vignaioli, fanno parte Case storiche e maison famigliari: oltre a Gancia ci sono Bera Valter, Cocchi Giulio Spumanti, Fontanafredda, Germano Ettore, Giovanni Bosca Tosti, Martini & Rossi, Sella & Mosca e Vigne Regali.
Insieme al presidente è stato rinnovato anche il Consiglio d’Amministrazione che guiderà l’ente nel prossimo triennio (2010 – 2012). I consiglieri neo eletti sono 12: Per quanto riguarda le Aziende Spumantiere: Emilio Barbero, Giulio Bava, Luciano Boero, Giovanni Bosca, Alberto Lazzarino e Giovanni Minetti.
Per la parte Agricola: Giacinto Balbo, Egidio Bruno, Carlo Giovanni Bussi – Presidente uscente che assume l’incarico di Vice Presidente – Luciano Chiarle, Piero Culasso e Gianpaolo Menotti. Il collegio sindacale è composto da: Terenzio Ravotto (presidente), Lorenzo Barbero e Baltuzzi Maurizio.
Sdp ha intervistato Lamberto Vallarono Gancia. Ecco il testo dell’intervista.
Dunque, presidente, un esponente della quinta generazione della famiglia che ha inventato, oltre un secolo e mezzo fa, lo spumante italiano, ai vertici di un Consorzio di spumanti…
«Per la verità io ero già vicepresidente di parte industriale del Consorzio Alta Langa. Oggi ne assumo la guida, ma in continuità con il presidente uscente di parte agricola, Giuseppe Bussi».
Continuità, una parola un po’ abusata. Anche in campo vinicolo…
«Ma per quanto riguarda l’Alta Langa doc rappresenta davvero lo spirito consortile, fatto di vignaioli e imprenditori spumantieri che lavorano in squadra per migliore un progetto nato più di dieci anni fa».
Alta Langa ha produzioni piccole, rispetto ad altre bollicine piemontesi. A cosa puntate?
«Bhe, diciamo che l’Alta Langa è una boutique delle bollicine piemontesi. Oggi produciamo circa mezzo milione di bottiglie, ma con appeal e immagine ottime e un rapporto qualità prezzo vincente. Alta Langa ha caratteristiche qualitative eccezionali e legate al territorio. Fa parte di quel panel di prodotti di “lusso accessibile” che incontrano i gusti del pubblico. I prezzi vanno dai 15 ai 30 euro. Quanto alle proiezioni di produzione i presupposti per aumentare ci sono tutti. Come obiettivo oggi c’è quello di vinificare Alta Langa con tutte le uve chardonnay e pinot nero coltivate nella zona di produzione compresa tra le province di Alessandria, Cuneo e Asti, ma solo su colline a quote superiori ai 250 metri sul livello del mare. Tradotto in numeri oggi abbiamo una superficie vitata di 50 ettari che può essere ampliata fino a 70. La produzione può andare a 700 mila pezzi con prospettive di raddoppio. La meta è chiudere il cerchio».
Chiudere il cerchio?
«Più di un secolo e mezzo fa il mio avo, Carlo Gancia, inventò il spumante d’Italia con le uve del territorio canellese e piemontese. Negli anni dopo molti spumanti brut si son fatti e si fanno con uva dell’Oltrepo Pavese. Poi è stata la volta del Nord Est e della Franciacorta. Sono convinto che Alta Langa possa diventare il primo passo per chiudere questo cerchio eno-geografico e far tornare al Piemonte la leadership della produzione di spumanti di qualità superiore»
Però bisogna farlo conoscere l’Alta Langa e oggi non sembra molto conosciuto. I competitor sono potenti e agguerriti. Basta pensare al colosso Prosecco e alla corazzata Franciacorta. Cosa avete in mente per far decollare le sorti di Alta Langa doc?
«Diciamo che l’Alta Langa deve essere più apprezzato e conosciuto. Il Consorzio ha già partecipato ad eventi e iniziative con testimonial importanti del settore. Ora credo si debba passare alla prova del frigorifero…»
Prego?
«L’Alta Langa deve essere presente nel frigorifero delle case di chi lo produce e di chi vive nel territorio vocato. Bisogna convincere i locali a proporlo, a sceglierlo come le bollicine da aperitivo, da tutto pasto, da celebrazione e da festa. Poi c’è l’esigenza, compatibilmente con le nostre risorse, di implementare la partecipazione a progetti di qualità. Penso al Salone del Gusto, a fiere e vetrine nazionali e internazionali, a rassegne enogastronomiche di livello. Per questo, però, abbiamo bisogno dell’appoggio del territorio e delle istituzioni piemontesi, Regione in testa».
Il neo governatore Cota è avvisato.
Filippo Larganà (info@saporidelpiemonte.it)