Che farsene dell’Unesco? La Regione risponde con un “gioco” che è un atto d’amore verso il paesaggio. Merce rara

inserito il 21 Dicembre 2016

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E insomma dopo tutto il can can fatto per avere il riconoscimento di Patrimonio dell’Umanità dall’Unesco che ne facciamo ora dei paesaggi vitivinicoli piemontesi? La domanda è lecita se non proprio logica.
Sì, certo c’è l’associazione, i club, le associazioni, i Comuni, gli uffici turistici. Ma la gente, che ne pensa la gente di questo benedetto Unesco?
Da quando il progetto partì da Canelli, nell’Astigiano, più di dieci anni fa, prima centrato sulle Cattedrali Sotterranee (le cantine scavate nel sottosuolo dove si affinano vini e spumanti da oltre un secolo e mezzo) e poi esteso alle vigne piemontesi tra Albese, Astigiano e Alessandrino, uno dei crucci di coloro che hanno portato avanti la candidatura fu proprio quello del coinvolgimento popolare, cioè di spiegare e far capire ai piemontesi, e non solo, che cosa questa cosa dell’Unesco potesse portare: utili, certo, ma anche, soprattutto, una nuova sensibilità verso un paesaggio raro e unico al mondo.
Così due anni fa nasce l’iniziativa “Dopo l’Unesco agisco”. Quelli della Regione, assessorato a Cultura e Turismo guidato dall’assessore Antonella Parigi, lo definiscono un gioco. E lo è, in senso stretto. Ma è anche molto, ma molto di più. Se vogliamo capirle il senso.
Il format è semplice: chiedere a Comuni, ma anche a singoli e associazioni, di presentare realizzazioni («cioè cose fatte, con documentazione che racconti il prima e il dopo» chiariscono dalla Regione) per il territorio da iscrivere a una gara, sì proprio una gara dove vincono le idee più belle, fattibili, necessarie, utili e appassionate. Piccole e grandi cose, dal restauro di una cancellata ad un evento culturale, dalla rinascita di un orto botanico al recupero di un palazzo storico. Tutto quello che ci circonda in poche parole, tutto quello che fa paesaggio, naturale o costruito nei secoli dall’uomo e le vigne sono proprio un mix di entrambe le cose.
Per chiarire ecco il “manifesto” dell’iniziativa che è sul sito www.ioagisco.it:

“Dopo l’UNESCO, Agisco! è un importante riconoscimento istituito dall’Assessorato alla Cultura e al Turismo della Regione Piemonte, rivolto ai Comuni di Langhe-Roero e Monferrato compresi nel titolo di Patrimonio UNESCO.
Noi che viviamo, lavoriamo, studiamo su questo territorio siamo impegnati nel progetto Dopo l’UNESCO, Agisco! perché: vogliamo che il nostro territorio, divenuto Patrimonio dell’UNESCO, diventi ancora più piacevole per chi lo abita e attraente per chi lo visita.
Il nostro obiettivo è promuovere la cultura del bello e del pulito. Il titolo di Patrimonio dell’Umanità non è il punto di arrivo, ma il punto di partenza di un grande progetto condiviso con tutta la popolazione del nostro territorio. 
Vogliamo generare la consapevolezza che tanti piccoli cambiamenti, uniti a tante piccole valorizzazioni delle nostre tradizioni, possano portare a un grande miglioramento d’insieme. 
Siamo certi che ogni azione (anche la più semplice) che ogni singola realtà attuerà per rendere il nostro territorio più bello e più pulito porterà grandi vantaggi economici per tutti. 
Crediamo che amare il proprio Patrimonio sia uno stile di vita. Per questo vogliamo stimolare tutte le realtà del territorio ad adottare nella quotidianità comportamenti che contribuiscano a una valorizzazione duratura della propria terra. 
Pensiamo che per apportare miglioramenti la strada migliore sia quella di affrontare le sfide come se fosse un gioco, per raggiungere gli obiettivi in modo piacevole. 
Crediamo che la velocità e la costanza siano determinanti in questo processo di miglioramento. Ecco perché vogliamo essere i primi ad agire. 
Pensiamo che Internet e i social network siano i mezzi più utili per diffondere una cultura del bello e del pulito, e per far conoscere a tutti, anche a chi non vive nel territorio, le bellezze della nostra terra e i tanti progetti che attueremo. Siamo convinti di poter avere tutte le carte in regola per rinnovare anno dopo anno il prezioso riconoscimento che ci ha conferito l’UNESCO. E noi saremo orgogliosi di avere agito”. 

Tutto bene quindi? Quasi. Come spesso accade in Piemonte, e non solo, tanti hanno aderito, ma molti sono rimasti immobili, comprese quelle aree che avrebbero dovuto essere capofila di un progetto che punta in alto.
Forse si è trattato di distrazione, forse di indifferenza. Del resto anche noi di SdP, che parliamo e scriviamo di agroeconomia regionale di cui il turismo rappresenta sempre più una voce importante, non avevamo capito appieno lo spirito, lo scopo. Travolti, come siamo, da overdose di notizie quotidiane abbiamo persino rischiato di archiviare il manifesto di “io agisco” sotto la voce “Belle parole”.
Poi, qualche settimana fa a Casale, c’è stata la chiusura e la premiazione della seconda edizione del “gioco”. Per nostra sfortuna non siamo andati. Tuttavia dall’assessorato è stato diffuso il video di quella giornata che postiamo qui sotto.
Ebbene nelle testimonianze di chi ha partecipato, nelle parole di semplici cittadini, dei ragazzi e delle ragazze, persino nelle dichiarazioni di chi rappresenta le istituzioni del territorio, dalla Regione ai Comuni, abbiamo scorto una forza, un sentimento, una passione che travalica il consueto stile “bogia nen” di sabauda memoria. E ci siamo detti: “qualcosa si sta muovendo”, magari lentamente, ma si muove.
Essì perché questo stesso mondo è in movimento e stare fermi non è solo sbagliato è un delitto, verso di noi e verso le generazioni future a cui dobbiamo passare questi paesaggi che, come si dice (ed è dannatamente vero) non sono nostri, ma ci sono solo stati affidati.
Dunque trattiamoli bene, questi paesaggi vitvinicoli patrimonio dell’Umanità. Per noi e i nostri figli agiamo.

Filippo Larganà (filippo.largana@libero.it)

1 Commento Aggiungi un tuo commento.

  1. fausto fogliati 21 Dicembre 2016 at 16:24 -

    di fronte ad eventi ed occasioni quali il riconoscimento unesco, ritengo sia imprescindibile, per ottimizzare costi, tempi e risultati, attivare la macchina amministrativa, fare sistema con le realtà territoriali coinvolte, fare sistema.
    Canelli, uno dei centri portanti del riconoscimento internazionale, ecco, sembra aver perso un pò il filo del discorso e non ci distinguiamo per valorizzazione e conseguente inziativa. un esempio: le manifestazioni natalizie; ripensare in quest’ottica l’Assedio e Canelli Città del Vino; valorizzare le piccole proprietà e produzioni vitivinicole. il timore, ormai fondato, è che i tempi della costruzione di questo sistema, che non è solo un pur pregevole ed auspicabile afflusso turistico, ci stia un pò sfuggendo di mano e di conseguenza tutto il resto

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