Tutti schierati a parlare di Barbera, di marketing, di feste, ma anche di soldi e di affari e di futuro e di paesaggio. Insomma da un po’ di anni attorno al vino piemontese c’è un fermento anomalo che in queste terre non si vedeva da un pezzo.
Molti si vogliono mettere in gioco. Le amministrazioni locali, almeno quelle più avvedute, sono più sensibili ai temi dell’agroalimentare, della vitivinicoltura di qualità, dell’imprenditoria vinicola e agricola. Non siamo ancora all’apertura totale, ma qualche primo cittadino più avanti c’è.
A Nizza Monferrato, ad esempio, attorno alla Barbera stanno facendo faville. A cominciare da “Nizza è Barbera” la kermesse che si terrà il 12 e 13 maggio prossimo e di cui potete sapere tutto cliccando qui.
A presentare l’edizione 2018, ieri, all’enoteca regionale di Palazzo Crova nel cuore del centro storico di Nizza Monferrato, oltre al presidente dell’enoteca, Mauro Damerio e il sindaco della città, Simone Nosenzo, anche l’assessore a Manifestazioni, Turismo e promozione del territorio, Marco Lovisolo, il vicepresidente dell’associazione del Nizza docg, Daniele Chiappone e il presidente del Consorzio della Barbera e Vini del Monferrato, Filippo Mobrici.
A parte programma e novità su Nizza è Barbera sono stati forniti alcuni dati relativi la scorsa edizione: costata circa 40 mila euro ha mosso 15 mila visitatori e 25 mila degustazioni. Non male per una manifestazione che tende a autofinanziarsi come hanno sostenuto Nosenzo, Lovisolo e Damerio.
Tra le iniziative 2018 c’è pure una degustazione di Champagne. Perché? «La fanno in tanti ed è di richiamo – ha ammesso Chiappone -, ma le bollicine dei cugini francesi intaccano nulla della tipicità della festa che è e resta dedicata alla Barbera». Ok, la prendiamo per buona.
Poi arrivano le dichiarazioni di Mobrici che, dopo aver plaudito alla festa barberista, «È la più grande d’Italia e d’Europa» (in California, Usa, da anni c’è un Barbera Festival, leggi qui), la butta là con apparente nonchalance: «Nizza Monferrato sta facendo bene nel valorizzare il suo territorio e il suo vino. Ora deve aprire al resto del territorio della Barbera che non è solo nella sua area, ma raccoglie oltre 600 produttori impegnati nelle diverse tipologie della “Rossa”. Per questo – ha detto il presidente del Consorzio – Nizza deve diventare la capitale del vino astigiano. Lo chiediamo ad Asti da tempo, ma senza grandi risultati».
Va detto che nel capoluogo da anni si fanno sforzi in questo senso. Iniziative che, evidentemente, Mobrici non ritiene sufficienti.
E perciò rilancia: «Sia Nizza Monferrato la capitale del vino». E il sindaco Nosenzo abbozza: «Ci stiamo lavorando».
Filippo Larganà (filippo.largana@libero.it)
Lo Champagne “ospite” non è una novità, già in precedenza era approdato alla manifestazione….non mi risulta che i francesi diano altrettanto spazio alla Barbera nelle loro iniziative promozionali ma tant’è…..abbiamo sempre il complesso dei “cugini poveri”….non è grave….ma endemico…
Quanto al concetto di “Capitale” Nizza lo è di fatto per la Barbera grazie ai suoi attivi e bravi produttori….e per la “creazione” lungimirante della denominazione “Nizza”, ma la Barbera si celebra anche ad Agliano Terme, Costigliole d’Asti, Castagnole Lanze, San Damiano ecc. i latini dicevano “melius est abundare quam deficere”, è già tanto se si evitano sovrapposizioni di date come avveniva in passato……