La città di Alfieri vuole entrare, non senza roventi polemiche di chi la vorrebbe tener fuori, nel territorio dove si produce il Moscato d’Asti. E intanto brinda con il Prosecco, veneto. Sembra una battuta, invece accade anche questo in un Piemonte del gusto che, nonostante sia culla di imprese come Eataly, Slow Food e patria di agroeccellenze celebrate in tutto il mondo, stenta a trovare e a difendere una propria identità agroalimentare.
A brindare con il famoso vino veneto (di cui ad onor del vero proprio cantine piemontesi sono tra i maggiori imbottigliatori) è il rione cittadino di Santa Caterina, quello che ha vinto il Palio di Asti 2104, come si evince dalla locandina che pubblichiamo e che è apparsa sul sito www.ilcanapo.com.
Diciamo subito che uno a casa sua può brindare con cosa vuole, ma se organizza una cena di gala in un palazzo di Asti che si chiama Enofila, dove si organizza la Douja d’Or, dove si son fatti discorsi di valorizzazione del vino astigiano e piemontese, dove sono passati importanti produttori locali, beh allora un po’ di attenzione si dovrebbe farla.
Che dire? Dopo il Rally del Moscato corso due anni fa a Santo Stefano Belbo con i piloti sul podio che brindarono a Prosecco (leggete qui), dopo il baro di Barolo che propose il vino veneto a una comitiva di stranieri (qui) e il consorzio di frutticoltori cuneesi che propongono fragole e Prosecco (qui), ecco il rione astigiano che offre le bollicine del Nord Est, invece che un brut locale, magari un buonissimo Alta Langa.
Per la cronaca nel menù della cena di gala del rione Santa Caterina, tralasciando cibi non astigiani ma comunque piemontesi, di Asti spumante o Moscato d’Asti docg non c’è traccia. È così che si promuove il proprio territorio?
SdP