Il marketing è una delle “anime” del commercio. Quelli dello Champagne lo sanno bene da almeno quattro secoli. Anzi il marketing del vino e delle bollicine in particolare (e che bollicine!) lo hanno inventato proprio loro, poco dopo avere inventato lo Champagne. Non c’è dubbio. Come non è in dubbio il fatto che il mercato italiano sia tra quelli più interessanti per i produttori del blasonato vino spumante francese che nel Belpaese è scelto da moltissimi estimatori sia per le sue indubbie qualità sia per l’indiscutibile fascino di status symbol che rappresenta.
È quindi normale che per incrementare le vendite l’ente che tutela e promuove lo Champagne nel mondo avvii azioni sul mercato italiano.
È curioso, tuttavia, che per farlo usi, come una sorta di Cavallo di Troia, la cucina italiana. Quelli dei Bureau du Champagne devono avere pensato che, siccome i consumatori italiani (e non solo loro per la verità) sono così innamorati della loro cucina, un buon modo per incrementare le vendite di Champagne sarebbe stato quello di accostarlo con un menù che più italiano non si può, a base, cioè, di lasagne, cappelletti in brodo e capitone.
Hanno quindi diffuso un comunicato stampa con consigli di consumo, assicurando che lo Champagne è ottimo con alcune specialità italiche. Niente di strano, sia chiaro. Le bollicine francesi vanno bene con quasi tutto. Quello che, però, lasciato perplessi è l’accostamento con il panettone classico, non quello gastronomico salato, ma proprio quello con l’uvetta e i canditi, il dolce natalizio meneghino per eccellenza che, come ha dimostrato recentemente Artisti del Panettone, evento che si è svolto a Milano proprio la settimana scorsa, è una specialità del Natale simbolo di tutta Italia, fatto da pasticceri e chef secondo la ricetta tradizionale o rivisitato con ingredienti regionali, ma pur sempre italiani. E il Panettone, da che mondo e mondo, in Italia si abbina a un vino dolce, spesso con l’Asti e il Moscato d’Asti docg.
Bene, il Bureau du Champagne nella sua nota assicura che anche il panettone, quello dolce, può andar bene con lo Champagne in versione Demi-Sec con un residuo zuccherino che lo rende ideale anche coi dolci. Che dire? Bravò!
Certo a nostro gusto è sempre meglio accostare alla nostra amatissima cucina italiana lo Champagne dei cugini transalpini che, come accadde alcuni anni fa, certe bollicine “Made in Usa” (leggi qui). Però, ironia e nazionalismi a parte, nessuno si deve scandalizzare troppo. L’Unione Europea, Brexit a parte, si basa anche, per fortuna, sul libero scambio e parità di condizioni sui mercati. L’idea del Bureau, che qualcuno potrebbe archiviaare come balzana o azzardata, potrebbe essere lo spunto per i Consorzi che tutelano gli spumanti italiani, da quelli veneti a quelli piemontesi, da quelli trentini a quelli lombardi, per avviare, s’intende quando la pandemia lo consentirà, campagne di promozione in terra francese. Alla Reggia di Versailles, ad esempio, visto che alcuni anni fa i francesi sbarcarono in grande stile alla Reggia di Venaria (leggi qui) o a Parigi, magari sotto la Tour Eiffel, o magari sulle coste della Bretagna o della Normandia, degustando bollicine italiane con un piatto di coquillage e pesci locali o con qualche fetta dei formaggi della grande tradizione francese, con quelli, del resto, un fragrante e fresco Moscato d’Asti docg ci starebbe bene almeno quanto uno Champagne Demi-Sec col Panettone.
SdP