CROCANTI DEL CIAVARIN

i prodotti tipici del Piemonte

 

I “Crocanti del Ciavarin” sono dolci di pasticceria secca, nati in alternativa ai tradizionali croccanti di mandorle che si vendono ancora oggigiorno nelle fiere; sono dolci secchi, ben cotti, simili agli “ossi da mordere” con le mandorle al posto delle tradizionali nocciole.
Gli ingredienti utilizzati sono: zucchero, farina di mandorle, farina di granoturco, uova, latte, buccia di limone, acqua di fior d’arancio e lievito chimico (bicarbonato d’ammonio).
Si impastano gli ingredienti in modo da ottenere un impasto consistente che viene spianato sul tavolo fino ad avere una sfoglia di uno spessore di circa 2 cm. Lo strato di pasta è tagliato in dadi di piccole dimensioni che vengono posti nelle teglie ed infornati a 200°C.
Il prodotto che si ottiene è friabile, dal gusto caramellato ed emana un intenso profumo di mandorle e fiori di arancio.
La denominazione “del Ciavarin” deriva dal fatto che il panettiere-pasticcere che “inventò” il prodotto in oggetto, probabilmente, alternava al mestiere di fornaio quello di fabbro specializzato nel forgiare le chiavi.
I “Crocanti del ciavarin” possono essere commercializzati sfusi in sacchetti trasparenti e richiudibili; così confezionati i dolci mantengono ottime caratteristiche organolettiche per un periodo di 3 mesi. Il metodo di produzione è rimasto inalterato nel tempo.

Zona di produzione
In passato la produzione avveniva a Candelo, mentre attualmente avviene in un laboratorio di pasticceria di Cossato (Biella).

Attrezzature utilizzate
Le attrezzature utilizzate per la preparazione di questo dolce sono: impastatrice, tavolo, matterello, tagliere, teglie per la cottura e forno. Esse sono aderenti con l’attuale legislazione in materia igienicosanitaria.

La storia
I “Crocanti del Ciavarin” sono dolci che venivano prodotti tra la fine dell’Ottocento e gli inizi del Novecento da un fornaio-pasticcere chiamato “ciavarin” che aveva il forno fuori le mura del Ricetto di Candelo. Egli alternava, al mestiere di fornaio, quello di fabbro specializzato nel forgiare le chiavi da cui il soprannome “ciavarin”.
Esiste la documentazione della ricetta riportata su un “libro di ricette”, scritto a mano, nell’800, con le dosi espresse in libbre ed once.
E’ stato, inoltre, possibile reperire numerose testimonianze orali di persone in età avanzata, intervistate dal sindaco di Candelo, Mariella Bollino, in occasione di ricerche storiche effettuate nell’ambito della creazione dell’ecomuseo della vitivinicoltura candelese, che attestano la produzione nel territorio di Candelo dei “Crocanti del Ciavarin”.

l’elenco di tutti prodotti tipici del Piemonte