Alla buon’ora! Anche il Gavi, il vino prodotto da uve cortese, ha il suo bel accordo interprofessionale. La firma, come informa una nota della Regione Piemonte, è arrivata nella serata del 5 settembre. L’accordo, frutto del confronto in commissione paritetica, è stato raggiunto attraverso la mediazione tra parte agricola e industriale attuata dall’assessore regionale all’Agricoltura, Claudio Sacchetto.
I termini stabiliti nell’accordo prevedono una resa unguale a quella del 2011, pari a 90 quintali a ettaro. Per quanto rigurada i prezzi delle uve i compensi sono suddivisi in tre fasce determinate dalla gradazione alcolica. Un parametro, questo, che già lo scorso anno incassò critiche, anche da eno-griffe del settore che si chiesero se davvero per il miglior Gavi il discrime della gradazione alcolica più alta delle uve sia il merito per spuntare un prezzo più alto dei grappoli. Quest’anno, comunque, il parametro alcol è stato riconfermato. Secondo questi schemi diffusi dalla Regione Piemonte:
1) Compenso uve destinate a D.O.C.G. GAVI
Il compenso minimo delle uve intere Cortese bianco destinate alla D.O.C.G. Gavi per la vendemmia 2012 è stabilito come segue:
Gradazione alcolica | €/quintale |
9,50 – 11,20 | 65,5 |
11,21 – 12,40 | 69,5 |
> 12,40 (da uve selezionate) | 85 |
2) Compenso uve destinate a D.O.C.G. GAVI del Comune di Gavi
Il compenso minimo delle uve intere Cortese bianco destinate alla D.O.C.G. Gavi del Comune di Gavi per la vendemmia 2012 è stabilito come segue:
Gradazione alcolica | € / quintale |
9,50 – 11,20 | 84,5 |
11,21 – 12,40 | 88,5 |
> 12,40 (da uve selezionate) | 105 |
Infine le dichiarazioni di prassi del’assessore Sacchetto che afferma: «Ancora una volta siamo giunti al termine del confronto siglando un accordo condiviso, raggiungendo l’obiettivo fondamentale, vale a dire prezzi delle uve soddisfacenti. Il percorso intrapreso è quello giusto per il bene del comparto vitivinicolo, settore che può solo beneficiare di un clima lontano da tensioni volto, al contrario, ad un confronto costruttivo focalizzato sulla qualità del prodotto vino».
la conflittualità e le tensioni evocate dall’assessore, poco addnetro alle problematiche di cui parla, si acuiranno anche quest’anno per la differenza non da poco creata tra le uve prodotte in un comune e quelle prodotte negli altri 10 comuni della docg.
I confini amministrartivi nulla hanno a che vedere con la qualità del vino in bottiglia, e dopo decenni di scontri su questo argomento si era riusciti con molti sforzi a ottenere che il mercato non tenesse pressochè più conto di questa variabile. Variabile riesumata non si sa bene perchè dalla paritetica dello scorso anno, e confermata quest’anno.
Si è tornati indietro di un ventennio, inspiegabilmente. E il territorio appare sempre meno compatto verso l’esterno.
La logica dell’equivalenza alcol-qualità infine è forse semplice da applicare, ma anche questa andrebbe aggiornata. Il vino non si vende coi parametri in uso nelle cantine sociali postbelliche.