Capita che mentre passeggi tra gli stand del Vinexpo vedi un tipo con gli occhiali rosa elettrico e la zazzera inconfondibile che si agita tra le bottiglie come fosse un set fotografico. Così Sdp ha incontrato il mitico Oliviero Toscani.
Il guru della comunicazione da qualche anno è anche un vigneron che ha tenuta in toscana e produce vini. «Un solo vino che porta il mio nome» precisa. Impossibile non intervistare il creatore delle foto Benetton e delle campagne choc su tanti temi di interesse sociale, tra cui anche l’anoressia.
Lui si schermisce, come da copione: «Di solito sono io il pesce grosso, oggi, qui a Bordeaux sono un pesce piccolo. Cerco di far conoscere il mio vino che è eccezionale». Banalità da primadonna della fotografia? Consapevolezza di un genio dell’immagine? Comunque la pensiate ecco la videointervista a Oliverio Toscani, sicuramente un personaggio, anche nel mondo del vino.
Filippo Larganà (filippo.largana@libero.it)
Parte in tono sommesso Toscani, poi però tiene a precisare che la professionalità paga in qualunque settore. Vengono fuori le “solite” problematiche del mondo del vino italiano: incapacità di “fare squadra” , sommaria se non nulla conoscenza della comunicazione ecc.. poi parla del “solito” Gaja che è indubbiamente il personaggio più conosciuto del vino italiano di qualità nel mondo…..ma non c’era bisogno che ce lo ricordasse lui. Certo, come riucorda l’intervistato, produrre solo 20.000 bottiglie senza l’assillo di far quadrare i conti e possibilmente guadagnare è molto meno stressante…..comunque Oliviero Toscani è uno di quelli che non hanno nulla da dimostrare in tema di comunicazione efficace (qualche volta anche volutamente provocatoria) e potrebbe anche rendere un buon servizio al mondo del vino italiano, spesso ancora fermo agli stereotipi di pubblicità (quella poca che fa) stile “l’è bon el vin an carton…”