Il tema dei controlli sulle superfici dei vigneti è delicato. Mesi fa c’erano state polemiche su quelli affidati a Valoritalia, società nazionale di certificazione. Ora è ancora bufera, ma sulla Regione. Lo si apprende da un comunicato stampa della Cia di Asti nel quale si esprime tutto il disagio dei viticoltori che si sentono vessati e danneggiati da controlli a raffica e, a loro dire, spesso lesivi dei loro interessi della loro attività imprenditoriale.
«Sia ben chiaro che la Cia è favorevole ai controlli sui vigneti e sulla definizione della reale entità del vigneto Piemonte, ma è anche assolutamente contraria alle vessazioni che danneggiano le aziende agricole, fanno perdere tempo prezioso ai viticoltori e soprattutto non eliminano la presenza dei furbi e furbetti che pure ci sono nella nostra regione», ha dichiaarato il presidente provinciale della Confederazione italiana agricoltori di Asti, Secondo Scanavino che ha pesantemente stigmatizzato l’operato dell’azienda CSI che per conto della Regione Piemonte sta effettuando gli ennesimi controlli sui vigneti delle colline astigiane al fine di costituire la cosiddetta “Anagrafe unica regionale”.
«Un’operazione – ha ribadito Scanavino, affiancato dal vicepresidente provinciale, Alessandro Durando, dal direttore Mario Porta e dal tecnico Moreno Maggiora – che si sta rivelando una vera grandinata perché non solo le rilevazioni aeree hanno dato risultati nella maggior parte dei casi inesatti e devianti, ma soprattutto perché le presunte irregolarità rilevate dalle cosiddette “foto interpretazioni” stanno bloccando l’attività delle aziende agricole che non possono accedere alle facilitazioni sull’acquisto del gasolio, né compilare le domande per i contributi Pac e del Psr e addirittura sono impedite a stipulare polizze assicurative contro le avversità atmosferiche».
Insomma questi controllo sono per la Cia un pasticcio bello e buono, oltretutto ai danni del mondo del vino astigiano, «che già fortemente penalizzato da una crisi economica che ha colpito soprattutto i consumi dei vini rossi e dal perdurare dell’infezione della flavescenza dorata, si trova così ad affrontare una nuova emergenza-controlli (i secondi nel giro di soli tre anni, ma alla vigilia di quelli di Valoritalia) che sta creando disagi e preoccupazioni fortissimi tra i viticoltori a causa degli esiti che danno per la quasi totalità risultati poco credibili e comunque difformi da quelli del 2008 che sembravano aver posto la parola fine alle verifiche di congruità dei vigneti».
Scanavino, che ha riferito di decine di proteste quotidiane da parte degli iscritti Cia, ha pure annunciato di aver preso contatto con la Regione «che ha promesso una regolarizzazione della situazione che finora non è però avvenuta, rendendo di fatto insostenibile la condizione delle aziende sottoposte a controllo. Chiederemo all’assessore regionale – ha aggiunto il presidente della Cia astigiana, da qualche mese anche vicepresidente nazionale della Confederazione – che l’intera operazione sia annullata in tempi brevissimi. In caso contrario la nostra mobilitazione sarà inevitabile, così come il ricorso alle vie legali per il risarcimento dei danni subiti da centinaia di aziende agricole del nostro territorio».
Sulla questione è intervenuto anche il parlamentare astigiano, Massimo Fiorio, segretario della Commissione Agricoltura della Camera: «I controlli realizzati dalla Regione Piemonte sulla base delle “foto-interpretazioni grafiche” delle superfici agricole ed in particolare dei vigneti, hanno evidenti limiti di efficacia e rischiano di penalizzare oltre misura le imprese agricole. C’è il rischio di paralizzare l’intero settore agricolo in un periodo in cui le imprese agricole predispongono importanti pratiche come l’assicurazione antigrandine agevolata. L’impressione è che la burocrazia si stia un po’ avvitando su se stessa e che l’Anagrafe Unica anziché snellire il carico alle aziende sortisca l’esatto effetto contrario. Segnalo inoltre che, secondo i dati Eurostat, il comparto agricolo italiano registra un segno negativo mentre in Europa si osserva un aumento del 12%. Occorre maggiore tolleranza fra i dati storici ed eventuali rettifiche in corso e tempi adeguati per l’effettiva verifica delle superfici contestate».
Sdp