Le notizie sono: che i piemontesi del vino (e non solo) sono riusciti a fare squadra non solo a parole, ma anche nei fatti, mettendo su una manifestazione che ha presentato quasi la totalità del vino del Piemonte; che le Istituzioni hanno drizzato le antenne e hanno aumentato attenzione e supporto al mondo del vino forse, finalmente, percepito come strategico per quella che viene percepita e definita (con un po’ di orgoglio che non guasta mai) come la regione italiana del vino per eccellenza al pari della Borgogna francese; che i Consorzi vinicoli piemontesi hanno collaborato tra loro, non solo a parole; che è stato dato spazio anche alle piccole denominazioni; che 500 aziende piemontesi si sono riunite sotto un unico evento che, per una volta, non era Vinitaly con tutto il rispetto che si deve alla fiera veronese; che dei circa cinquemila operatori professionali accreditati almeno il 20% è arrivato dall’estero.
Insomma di notizie il giorno dopo la chiusura, alle OGR di Torino, dell’edizione 2025 di Grande Langhe, “il più importante evento in Italia per il trade del vino” organizzato dal Consorzio di Tutela Barolo Barbaresco Alba Langhe e Dogliani con il Consorzio di Tutela Roero in collaborazione con Piemonte Land of Wine, sono davvero tante.
Per questo ora diamo spazio alle dichiarazioni.
Sergio Germano, presidente Consorzio di Tutela Barolo Barbaresco Alba Langhe e Dogliani: «Siamo molto soddisfatti di com’è andata questa edizione. Organizzare una manifestazione con tutte quelle aziende vinicole, con migliaia di visitatori professionali e centinaia di giornalisti, non era semplice. Ci siamo riusciti e il risultato è stato ottimo. Tra le cose da notare ci metto l’attenzione che le Istituzioni hanno riservato all’evento che per la prima volta ha aperto a tutto ilm panorama vinicolo piemontese con Langhe e Roero a fare da traino. Ci hanno sempre supportato, ma credo che ora sia stato chiaro che il Piemonte del vuole parlare con una voce sola. Sottolinea anche la grande qualità degli operatori che hanno partecipato, sia italiani sia stranieri e voglio assicurare che vogliamo sempre di più curare i rapporti e i servizi nei confronti del mondo dei media, a tutti i livelli, che ha un ruolo fondamentale nel progetto di promozione e valorizzazione del Piemonte del vino in Italia e nel mondo»
Massimo Damonte, presidente Consorzio del Roero: «Credo che Grandi Langhe 2025 abbia dimostrato una realtà importante: i grandi vini piemontesi, come Barolo e Barbaresco, fanno da “rompighiaccio” a una regione che offre prospettive promettenti a tutte le sue 60 denominazioni che sono un patrimonio ancora tutto da scoprire. Tanto che per la prossima edizione non escluso si debba ampliare l’area di esposizione. Il successo della manifestazione di Torino è la dimostrazione che il Piemonte del vino è un team. Quello è il futuro».
Francesco Monchiero, presidente di Piemonte Land of Wine: «Il termine “grande” è perfetto per questa edizione di Grandi Langhe con tanto Piemonte dentro. Grande partecipazione delle aziende, grande presenza di operatori professionali e di rappresentanti dei media, grande qualità e professionalità da parte di tutti, grande intesa tra i Consorzi vinicoli. Abbiamo lavorato molto per questo risultato e il bilancio più che roseo della manifestazione di Torino è il segnale migliore, l’indicazione che si può crescere, ma insieme, che è l’altra parola d’ordine».
Stefano Ricagno, presidente Consorzio Asti Spumante e Moscato d’Asti e vicepresidente Piemonte Land: «Missione compiuta. Il Piemonte del vino, quando si presenta unito, può fare grandi cose e Grandi Langhe 2025 lo ha dimostrato. E considero senza dubbio un successo la presenza delle denominazioni meno conosciute, che hanno avuto la possibilità di presentarsi ad un pubblico così vasto e qualificato di operatori del settore e di media accreditati. Il successo di Grandi Langhe 2025 è stato il frutto di un ottimo lavoro di squadra».
Vitaliano Maccario, presidente del Consorzio Barbera d’Asti e Vini del Monferrato: «Il gradimento e il successo di Grandi Langhe 2025 è stato evidente e meritato. Risultato di un grande lavoro di sinergia tra i Consorzi e i produttori che hanno risposto in massa con una importante rappresentanza del nostro comparto. Ora sono convinto si debba mettere mano alla creazione di un brand Piemonte, riconoscibile a livello nazionale e internazionale e sotto il cui ombrello si possa operare per una promozione a 360 gradi di una regione che è l’insieme territori differenti e nello stesso tempo omogenei, variegati e con tanti appeal che ne fanno una delle mete di riferimento in moltissimi campi. Bisogna lavorarci, non sarà un iter breve, ma a Grandi Langhe 2025 si è già cominciato a parlarne».
(testi raccolti da Filippo Larganà. Foto gallery Consorzio Langhe)