Il Comune di Asti chiede che una parte del suo territorio sia inserita nella zona di produzione dell’uva Moscato bianco destinata a produrre Asti Spumante e Moscato d’Asti docg.
La richiesta, definita “informale”, appare nell’Ordine del giorno, che pubblichiamo qui sotto, della riunione di alcuni giorni fa, precisamente del 17 dicembre scorso, dell’associazione dei Comuni del Moscato presieduta dal sindaco di Loazzolo, Pietro Cirio, che è anche un produttore vitivinicolo di Asti Spumante e Moscato d’Asti.
Quella dell’inserimento di porzioni di territorio di Asti città nel novero dei Comuni del Moscato, che oggi sono 51 e da sempre non prevedono la città di Alfieri, non è una novità.
Già anni fa ci fu un tentativo in questo senso, ma alla fine non se ne fece nulla perché il tema risultò molto divisivo, suscitando polemiche anche aspre che sfociarono perfino in risvolti legali.
Ora sembra che Asti sia tornata alla carica tastando il terreno attraverso l’associazione dei Comuni del Moscato, anche se l’interlocutore istituzionale di riferimento è il Consorzio di Tutela dell’Asti Spumante e del Moscato d’Asti docg.
Cirio, da parte sua, conferma la richiesta “informale” della città di Asti e precisa che: «Ogni parere e decisione in seno all’associazione Comuni del Moscato sarà solo ed esclusivamente nell’interesse della denominazione».
Il presidente dei Comuni del Moscato aggiunge e non esclude che nei prossimi mesi il sindaco di Asti, Maurizio Rasero, che è anche presidente della Provincia di Asti, presenti una relazione ufficiale definendo i contorni della richiesta.
Resta da vedere come questi chiarimenti saranno accolti dalla filiera e dagli organi ed enti preposti alla tutela della denominazione.
SdP