Bisogna ripeterlo, non per inutile vanteria, ma per utilissimo senso di sé e soprattutto per ricordarlo per primi ai piemontesi che, di solito, hanno memoria corta, se non cortissima: i paesaggi vitivinicoli del Piemonte, quelli di Langhe-Roero e Monferrato sono stati, dieci anni da, precisamente nel giugno del 2014 (in copertina la foto di allora), la prima area italiana, tra quelle vocate ai vini di pregio, a diventare sito Unesco.
E lo sono diventati proprio grazie alle caratteristiche di essere paesaggio viticolo creato dall’opera umana e nello stesso tempo incastonato in un’area di biodiversità, naturale, storica e urbanistica, unica al mondo. I paesaggi vitivinicoli piemontesi arrivarono all’Unesco prima, per una volta, di veneti e francesi i cui siti “viticoli”, Colline del Prosecco docg e la regione della Champagne, ebbero il riconoscimento Unesco, dopo il Piemonte. È un fatto.
Ora, come festeggeranno i piemontesi questo compleanno? Per sapere eventi passati (pochi) e futuri tocca andare sul sito di Visitpiemonte. Trovate date e eventi qui. Per conoscere qualcosa di più sul sito e come è articolato cliccate qui. Per ricordare come si è arrivati al riconoscimento è utile rileggere la ricostruzione che abbiamo pubblicato nel 2018 qui.
Per quanto riguarda gli eventi che ricorderanno il compleanno Unesco del sito LRM a Canelli, nell’Astigiano, il centro da cui partì l’idea della candidatura, si può vedere tutto in una pagina social qui.
E dunque c’è anche da chiedersi se e come il riconoscimento Unesco abbia fatto bene al turismo e agli affari. Secondo l’Ente turistico LMR (Langhe Monferrato Roero) l’area del sito sarebbe in piena salute turistica con incrementi interessati sia di visitatori stranieri sia di italiani (vedi tabella qui sotto).
Che cosa manca? A livello di infrastrutture è ancora da terminare l’autostrada Asti-Cuneo. Il riconfermato presidente regionale, Alberto Cirio, ha detto che sarà terminata entro il 2024. Bene.
E per quanto riguarda l’accoglienza? Qualche mese fa sui media locali scoppiò la polemica sull’overbooking dell’Albese. Ristoratori e albergatori sull’orlo di una crisi di nervi per i troppi turisti reclamarono riposi e una scrematura di un turismo arrembante ritenuto troppo popolare.
Di contro l’Astigiano e il Monferrato si sono candidati a “valvola di sfogo” per accogliere turisti italiani e stranieri.
Non basta, però. Urge attrezzarsi. Nonostante le tante strutture di tutti i livelli esistenti sembra non sia facile trovare personale adeguato, magari parlante (bene) un paio di lingue. Inoltre alcuni chef lamentano la difficoltà a trovare lavoratori per nel fine settimana, al domenica si tutto.
Significativa poi quello che ci ha confidato il patron di un ristorante stellato: «Con tutte queste trasmissioni tv sulla cucina vogliono tutti essere chef e nessuno che voglia fare il responsabile di sala. E pensare che la cucina senza i camerieri non esisterebbe». Poco da aggiungere.
In conclusioni buon compleanno Unesco! Però non dormiamo sugli allori che sennò capita che ti fanno gol in una manciata di secondi.
fi.l