Il Consorzio dell’Asti Spumante e del Moscato d’Asti ha comunicato oggi due fatti salienti: aver superato i 102 milioni di bottiglie prodotte nel 2021, secondo anno di pandemia, e un’importante novità che riguarda il proprio marchio.
Cominciamo dal marchio. Il simbolo del Consorzio dell’Asti, il San Secondo a cavallo che per decenni è stato il logo dell’ente di “governo” del mondo dell’Asti Spumante e del Moscato d’Asti, diventa un marchio collettivo e va sulle fascette che, per legge, si devono apporre a tutte le bottiglie di Asti e Moscato d’Asti docg.
È una modifica al disciplinare proposta dal Consorzio e che il Ministero ha approvato.
Ad alcuni parrà un’inezia e invece per il Piemonte, terra di campanili e confronti anche aspri e pubblici tra produttori vinicoli, è un risultato da scrivere sul calendario perché dimostra volontà e spirito di squadra. Almeno nelle intenzioni.
Quanto alla produzione 2021, i 102 milioni di bottiglie, tra Asti e Moscato d’Asti docg, con quel +11% segnano in modo inequivocabile un successo delle bollicine aromatiche più brindate al mondo, che non può, però, bastare a sé stesso. Spieghiamo: il mondo del vino italiano e piemontese in questi due anni di pandemia non solo ha tenuto le posizioni, ma le ha anche incrementate. Non ci sono dichiarazioni ufficiali, ma molte Cantine confermano di avere registrato, dal 2020 ad oggi, aumenti sostanziali di volume e fatturato. Cosa è successo? Le chiusure dovute al virus, con la gente chiusa in casa, possono spiegare fino a un certo punto questo rinnovato amore mondiale per il vino. Tuttavia, come hanno proposto alcuni produttori, si dovrebbe analizzare il fenomeno per considerare se si tratti di una “bolla” momentanea o di un trend continuo che va studiato e governato per evitare eventuali problemi futuri.
Detto questo c’è da essere soddisfatti per le performance del vino italiano e piemontese. Ancora di più per l’Asti e il Moscato d’Asti, perché si tratta, con altri vini “popolari” del Piemonte, di tipologie “democratiche” che, come e più di altre, hanno determinato e determinano lo sviluppo e la qualità di vita di un’ampia area vitivinicola piemontese. E questo al netto delle giuste, legittime e incontestabili posizioni di leadership di quei vini blasonatissimi che, al pari dell’Asti e del Moscato d’Asti e al netto delle polemiche, hanno fatto e fanno così bene all’immagine del Piemonte vinicolo. Ecco, in questo senso il tanto consunto e blaterato, ma sempre valido, gioco di squadra ci andrebbe proprio.
Finito il “pistolotto” di seguito diamo la nota stampa del Consorzio dell’Asti e del Moscato d’Asti che dà conto del bilancio 2021. Buona lettura.
§§§
Asti, 12 gennaio 2021 – Un 2021 da ricordare quello dell’Asti Docg, che nonostante le difficoltà della situazione globale, chiude l’anno con numeri importanti che fanno ben sperare per il futuro: oltre 102 milioni di bottiglie prodotte, con un incremento dell’11% rispetto al 2020.
La crescita a doppia a cifra ha riguardato sia il Moscato d’Asti (+ 10%) che l’Asti Spumante (+ 12%), le bollicine aromatiche piemontesi più apprezzate nel mondo.
Lorenzo Barbero, presidente del Consorzio per la tutela dell’Asti Docg (foto) commenta: «La chiusura dell’anno è stata molto positiva per entrambe le tipologie della nostra Denominazione. Questi numeri testimoniano la bontà del lavoro svolto insieme ai produttori del territorio e alle aziende consorziate e ci spronano a fare sempre meglio. Nel 2022 abbiamo in programma diverse iniziative sia a livello nazionale, che internazionale. In particolare, riprenderemo con forza le attività di promozione sui mercati esteri più strategici, bloccate a causa della pandemia».
Tra le novità di questo inizio anno c’è anche l’approvazione in via definitiva da parte del Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali, della richiesta di modifica del Disciplinare della DOCG dei vini ASTI, come proposta dai consorziati.
Tra le modifiche apportate, la più “visibile” è sicuramente quella che fa diventare il logo del Consorzio il marchio collettivo della Denominazione: l’immagine di San Secondo, Santo Patrono della città di Asti e figura centrale del marchio consortile, apparirà quindi anche sulle “fascette” DOCG che, per legge, devono essere applicate sulle bottiglie di Asti Spumante e Moscato d’Asti.