«In quel momento ci siamo sentiti l’Italia che vince. Lo dico senza ombra di retorica. Abbiamo sentito che era il nostro momento, che tanti tifavano per noi, proprio come è accaduto, negli ultimi tempi, nello sport e anche in altri campi, dalla rinascita dopo il drammatico avvio della pandemia all’economia alle Scienze. E il riconoscimento non è stato solo nostro, ma di uno stile, un gusto, una serietà, uno spirito, un cuore, un cervello, un’anima che è profondamente italiana». Stefano Moccagatta (a sinistra nella foto), con il fratello Massimo al timone di Villa Sparina in quel di Gavi (Alessandria) e affiancato dalla sorella Tiziana al comando del resort dell’azienda, racconta così il prestigioso riconoscimento di Cantina Europea dell’Anno che l’autorevole rivista Wine Enthusiast ha assegnato alla maison alessandrina. E nel spiegare come si sia arrivati al risultato non teme di affidarsi a un’altra espressione molto usata: «È stato un lavoro di squadra. Sul mercato USA abbiamo trovato un partner formidabile (Negli States Villa Sparina è rappresenta da Ethica Wines) che ha portato la nostra quota sul mercato americano da 30 mila bottiglie a 25 mila casse da 12 bottiglie. Un bel salto. Una svolta che ha cambiato la nostra immagine in Usa». Va bene la tradizione famigliare (che in Italia non manca), va bene gli importatori bravissimi, va bene un vino fascinoso con il Gavi, ma Villa Sparina, per guadagnarsi il premio di European Winery of the Year 2021, in occasione della ventiduesima edizione degli Annual Wine Star Awards, che ogni anno premia le realtà del mondo del vino internazionale che si sono distinte per l’eccezionale lavoro e contributo apportato al settore enologico, ha dovuto vedersela con Cantine di alto profilo, come la bresciana Barone Pizzini, Aveleda dal Portogallo, Château de Saint Cosme dalla Francia e Bertram-Baltes dalla Germania. Viene quindi da chiedere quali siano le caratteristiche che hanno fatto la differenza. Stefano Moccagatta non ha dubbi: «Insieme al nostro Gavi, alla storia della nostra famiglia e delle nostre terre e degli imprenditori che hanno fatto grande questo vino e questi paesaggi, insieme a una struttura di importatori di prim’ordine, quello che ha contribuito a fare la differenza è stato il nostro brand, la riconoscibilità di una bottiglia iconica che è un nostro brevetto, di un’etichetta studiata e progettata da Giacomo Bersanetti, uno dei design italiani del vino più celebrati e recentemente scomparso, e la scelta storica di un colore, il giallo, che ancora oggi ci distingue e ci identifica. Storia, paesaggi, vigneti, vino, tradizioni, ambiente, immagine sono gli ingredienti che ci hanno portato a questo riconoscimento».
C’è, in tutti questo, un collante che serve? «La famiglia – risponde Stefano Moccagatta -. I nostri genitori hanno avuto fiducia in noi e ci hanno passato il testimone quando eravamo giovani e pieni di voglia di fare e di progetti cosa che siamo ancora. Noi abbiamo capito il loro spirito e lo spirito di questa azienda. Lo abbiamo curato, sviluppato, senza tradirne le radici. Ora lo trasmetteremo ai nostri figli e nipoti, nella stesso modo». Un premio che è davvero da intendere come un punto di partenza? «Un doppio punto di partenza perché da qui si va verso sfide future, ma consapevoli che non coinvolgono solo il nostro domani, ma anche quello generazioni che verranno dopo di noi». Auguri Villa Sparina.
Filippo Larganà
(filippo.largana@libero.it)