Maurilio Garola: un libro per raccontare vita e passioni dello chef della Ciau del Tornavento di Treiso

inserito il 13 Settembre 2010

Qualcuno lo ha definito addirittura il banchiere del vino come se Maurilio Garola cuoco e patron del ristorante la Ciau del Tornavento a Treiso d’Alba, fosse una sorta di Enrico Cuccia enologico. Più semplicemente Maurilio, che in effetti ha una cantina fornitissima di vini tanto pregiati da essere protetta da una porta blindata stile cavau bancario, è un uomo innamorato del suo lavoro e della vita.

Come ha racconta in un libro che raccoglie i suoi ricordi da apprendista cuoco a chef di prestigio, ed è stato presentato pochi giorni fa nel corso di una fantastica festa-tributo sulle colline di Langa.

Ora qui potremmo anche dire delle centinaia di invitati che sulla piazza del paese di Treiso hanno omaggiato Maurilio, potremmo scrivere delle pietanze cucinate dai colleghi “stellati” di Garola e dei calici di vini pregiatissimi che hanno allietato il palato dei commensali, potremmo anche fare un po’ di colore riferendo della varia umanità che si è data appuntamento davanti alla facciata in perfetto stile architettonico littorio del palazzo ex scolastico che da anni ospita il ristorante della Ciau del Tornavento. Potremmo intingere la penna del veleno e scrivere del glamour esagerato, dei produttori vinicoli che lamentano crisi e poi arrivano con l’ultimo modello di Suv o di berlina rigorosamente tedesca, del codazzo di comunicatori marchettari e di giornalisti radical-chic, degli imbucati, dei decoltè ammissibili e di quelli no. Potremmo.

E invece la cosa che ci piace ricordare è il saluto a Maurilio di suo collega e amico, Davide Scabin, estroso cuoco-patron del Combal Zero di Rivoli, famoso per la sua cucina di territorio che s’interseca con sorprendenti ricette tra il molecolare e la destrutturazione.

Scabin, a Treiso per cucinare in omaggio al cuoco della Ciau e chiamato a testimoniare la loro amicizia, gli ha mandato un bacio da lontano prima di descriverne l’umanità professionale e personale di Maurilio con la voce rotta dall’emozione.

Ecco, quello è stato, secondo noi, il segno di una comunanza di sensazioni che travalicano la capacità professionale, persino i successi di uno e dell’altro. È stato come se, per un attimo, si fosse aperto uno spiraglio nella nebbia dei discorsi ufficiali, delle battute di circostanza nel coro del “perché è un bravo ragazzo…”. Uno spiraglio che ha, per un frazione infinitesimale di tempo, ha fatto intravedere speranze e delusioni, amori e rivalità, affetti e dolori, fatiche e soddisfazioni degli uomini e delle donne che, dietro ai fornelli, magari dentro a impeccabili divise bianche o ad una semplice maglietta, fanno quello che da millenni fa una stirpe di eletti: cucinare per gli altri.

Infine qualche dato sul libro dedicato alla vita di Maurilio Garola: curato da Luciano Bertello ha le foto di Bruno Murialdo ed stato stampato dall’Artistica di Savigliano per la Sorì Edizioni.

Sdp

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