Il peperone quadrato della Motta di Costigliole d’Asti è Presidio Slow Food. Petrini: «Così difendiamo la biodiversità. Per il futuro del pianeta siamo alla resa dei conti»

inserito il 7 Agosto 2021

Il peperone quadrato della Motta di Costigliole d’Asti (frazione nella valle del fiume Tanaro del paese astigiano dove visse la famosa Contessa di Castiglione) diventa presidio di Slow Food.

E tanto basta, naturalmente, per far festa e per, complice il magnifico Castello dove visse la citata Contessa, imbastire un convegno con relatori che parlano di paesaggio, di alimentazione agricola, di progettualità futura (questa non si nega a nessuno), davanti a una platea di appassionati, curiosi e anche di amministratori locali e regionali che, con la bella giornata di quasi metà agosto, danno quel senso di estate partecipata che non guasta.

C’è comunque da essere contenti che un ortaggio astigiano – anche se nella comunicazione istituzionale Costigliole d’Asti si definisce “cuore tra Langa e Monferrato” non mancando, però, di citare PIovene che scriveva di un “vigneto astigiano commovente e venerabile” (un motivo ci sarà) – sia salito all’attenzione di Slow Food, il più importante movimento a difesa del cibo equo e sostenibile, che gli ha dedicato un suo presidio.
Ne è contento anche il sindaco di Costigliole, Enrico Cavallero, che a SdP ha spiegato spirito e storia del progetto peperone quadrato.
E ne è felice anche Carlo, detto Carlin, Petrini, a cui abbiamo chiesto qualche riflessione sul perché questo nostro mondo abbia sempre più bisogno di “presidi” e non solo per i peperoni. Le sue risposte, se se ne è voglia e coraggio, fanno riflettere.

Qui sotto le nostre interviste a Petrini e Cavallero. Buona visione.

fi.l.

(fotografie e riprese sono di Vittorio Ubertone)

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