La città da dove partì l’idea che nel 2014 permise ai paesaggi vitivinicoli di Langhe-Roero e Monferrato di diventare sito Unesco e Patrimonio dell’Umanità lo ha fatto con un brindisi a base di Asti Spumante docg, il borgo cuore delle Langhe con una celebrazione in grande stile e l’inaugurazione di un museo in vigna.
Comunque sia qualcuno si è ricordato del settimo anniversario di un riconoscimento che, in qualche modo, ha cambiato il modo di percepire queste terre e, forse, anche il modo di amministrarle, di lavorarci e anche di viverci.
I centri in questioni sono: Canelli, dove l’amministrazione municipale, sindaco in testa (è l’avvocato Paolo Lanzavecchia), ha brindato con le bollicine nate nel 1865 nella città che è la culla il primo spumante d’Italia; e Grinzane Cavour, lato langarolo del sito Unesco, dove con un grande evento nel Castello simbolo del paese si sono ricordati i sette anni di sito Unesco e si è inaugurato il Museo “In Vigna”, un percorso emozionale e didattico a cielo aperto tra i filari. Hanno partecipato in tanti, dal presidente dell’Enoteca regionale, Roberto Bodrito, un po’ il padrone di casa visto che l’ente ha sede proprio all’interno del complesso del Castello di Grinzane, al ministro per gli Affari Regionali Maria Stella Gelmini (bel segnale), che ha visitato in anteprima il museo ai vari amministratori del territorio che hanno collaborato al progetto insieme all’Ente Turismo Langhe Monferrato Roero.
Insomma quest’anno, nonostante la pandemia e i terribili strascichi che ha portato nel Paese, le terre piemontesi del vino, le prime tra le aree vitivinicole italiane e tra le prime in Europa a diventare sito Unesco, hanno rinnovato una solenne promessa di tutela e di valorizzazione.
E, si sa, le promesse vanno mantenute.
fi.l.