Fu una delle prime Enoteche regionali del Piemonte riconosciute dalla Regione. La sua prima sede fu in un palazzo storico che ospitava un club privato, quindi in una bella antica cantina proprio di fronte alla Gancia. Oggi, con una gestione pubblico-privata Comuni e produttori, la sede dell’Enoteca regionale di Canelli e dell’Astesana, si trova in via G.B.Giuliani, strada del centro storico dedicata al linguista, studioso, letterato tra i più esperti in Europa e nel mondo dell’opera di Dante Alighieri, nato a Canelli nel 1818, ed è nel palazzo che fino a qualche decennio fa ospitava le scuole elementari e al centro di un triangolo con le Cantine di ben tre delle quattro Cattedrali Sotterranee di Canelli (Contratto, Bosca e Coppo) dalle quali, oltre vent’anni fa, partì l’idea della candidatura che porta nel 2014 i Paesaggi vitivinicoli piemontesi di Lanhe-Roero e Monferrato a diventare sito Unesco Patrimonio dell’Umanità.
L’Enoteca regionale canellese nonostante la pandemia ha mantenuto il suo ruolo di punto di riferimento per la filiera del Moscato d’Asti e dell’Asti Spumante insieme agli altri vini del territorio. Dice Giovanni Scagliola, sindaco di San Marzano Oliveto, che è diventato presidente dell’ente lo scorso agosto, in piena emergenza Covid: «Non è stato facile. La pandemia ci ha bloccato, come tutti, ma stiamo resistendo e abbiamo molte frecce al nostro arco. Nonostante tutto, però, siamo riusciti a collaborare con il Comune di Canelli e allestire un’ottima edizione di “Canelli, città del Vino”». Scagliola ricorda le masterclass sui vini (memorabile quella sui Moscati d’Italia) e le visite guidate per la città, patria del primo spumante d’Italia nato qui nel 1865.
Ora, però, con la crisi pandemica che terminerà solo con la vaccinazione del maggior numero di italiani e la riapertura dei viaggi tra regioni e delle frontiere, l’imperativo è guardare a domani.
«Lo stiamo facendo con diverse iniziative di comunicazione e arredo urbano – dice il presidente Scagliola -. A breve – annuncia – saranno installati tabelloni stradali agli ingressi di Canelli che pubblicizzano l’Enoteca regionale, inoltre, ci siamo fatti carico dell’Atlante dei vitigni e abbiamo ristrutturato le aiuole dove si possono trovare le varietà presenti in Piemonte. Un percorso che vuole sottolineare la vocazione vitivinicola della città e del suo territorio». Pronti anche pacchetti turistici, quando sarà possibile, attraverso i progetto regionale T’Amo che prevede promozione di vini e di prodotto tipici. «Attendiamo poi con ansia la riapertura post Covid dei ristoranti, perché il nostro ristorante interno all’Enoteca, l’Osteria dei Meravigliati, guidato da valenti professionisti, è da sempre un veicolo prezioso di vendita dei vini dei nostri associati e allo stesso tempo uno strumento di valorizzazione della zona che opera in sinergia con noi e l’ufficio turistico».
Nella nuova normalità che verrà dopo la fine dell’emergenza l’Enoteca regionale di Canelli e dell’Astesana si pone come fulcro di vari progetti: dal Moscato Canelli, il cru di Moscato d’Asti che aspira a diventare una docg a sé stante; alla rinascita di un circuito eno-storico attraverso le quattro Cattedrali Sotterranee Patrimonio del’Umanità Unesco; alla rete con le altre enoteche regionali e i Comuni dell’area; all’impulso alla comunicazione co rinnovo del web e dei social.
«Il lavoro da fare è molto e noi siamo pronti a farlo» assicura Giovanni Scagliola.
fi.l.