Territorio. Nasce da Canelli il progetto delle Bottiglie Giganti. Omaggio al paesaggio del vino e al primo spumante d’Italia. Che stia tornando un pizzico di eno-orgoglio piemontese?

inserito il 26 Agosto 2020

Solo un anno fa, su questo blog, avevamo scritto di come sarebbe stato bello e soprattutto proficuo che insieme a tanti progetti di valorizzazione dei territori vinicoli i Consorzi di tutela (ma anche istituzioni enti locali e associazioni) avessero inserito la parola “autostima”.
Ebbene sembra proprio che un venticello, ancora una lieve brezza per carità, stia spirando in tal senso.
Ci stanno pensando i Consorzi, certo, che hanno cominciato a dare spazio al paesaggio, con racconti riferiti alle storie dei paesi e dei personaggi che li hanno animati, molti di caratura nazionale e internazionale, tutti degni di essere ascoltati e tramandanti.
Ci ha pensato il recente lockdown, la chiusura per tre lunghi mesi delle attività e della libera circolazione a causa del Covid, che ha invogliato alla riflessione, alla rivalutazione di sentimenti e valori intimi, locali, veri.
Da questo sono nati video, flash mob, opere letterarie e musicali, progetti e iniziative di marketing. Magari non tutti nati proprio durante la chiusura da Covid, ma certo quel periodo ne ha accelerato la realizzazione.
In linea con la ricomparsa di un certo orgoglio di appartenenza e, a nostro avviso, anche di un sentimento di rivincita sul periodo nero della pandemia, ascriviamo alla lista di iniziative pro territorio il progetto delle Bottiglie Giganti che nasce in questi giorni a Canelli, nell’Astigiano, la stessa città dove, nel 1865, nelle cantine Gancia, nacque il primo spumante d’Italia che conquistò in breve tempo molti mercati in Italia e nel mondo, la stessa città da dove partì la candidatura che nel 2014 portò l’Unesco a dichiarate i Paesaggi vitivinicoli di Langhe-Roero e Monferrato Patrimonio dell’Umanità e sito d’interesse mondiale.
Il progetto della “Big Bottles” un po’ ricorda quello delle “big benches”, cioè le grandi panchine che da anni adornano i punti più panoramici di molti Comuni piemontesi, gran parte situati nelle aree vitivinicole di pregio, dal Barolo al Moscato d’Asti, dalla Barbera d’Asti al Brachetto d’Acqui, dall’Alta Langa all’Asti Spumante. E proprio in tema di Asti Spumante l’amministrazione comunale di Canelli (sindaco Paolo Lanzavecchia), d’intesa con le quattro Cantine storiche, le cosiddette Cattedrali Sotterranee (Bosca, Contratto, Coppo e Gancia) e altre aziende che lo hanno sponsorizzato, ha avviato l’iniziativa. La prima Bottiglia Gigante è già stata visibile – per poche ore, perché poi è stata “incartata” fino all’inaugurazione ufficiale che dovrebbe tenersi, nel rispetto delle regole anti Covid, a settembre – al centro di un’aiuola spartitraffico sul cavalcavia intitolato a Giovanni Goria, il politico astigiano, scomparso nel 1994 che fu anche, nel 1987, a 44 anni, il primo più giovane Presidente del Consiglio dei Ministri.
A corredo di questo post una completa galleria fotografica che.


Di questa prima Bottiglia Gigante, che nella grande etichetta reca oltre al simbolo della città di Canelli e dell’Unesco, anche il marchio storico della Gancia e la dicitura “1° Spumante Italiano – Canelli e l’Asti Spumante”, ha parlato, intervistato da SdP, il vicesindaco della città, Paolo Gandolfo a cui si deve l’idea: «Quella del ponte Goria – ha detto – è la prima di una serie di Bottiglie Giganti che le aziende potranno esporre in varie zone di Canelli. È uno dei progetti di valorizzazione del nostro paesaggio. L’idea è quella di legare il paesaggio urbano alle sue produzioni principali che, insieme al vino includono anche l’enomeccanica e le attività collegate come quella dei sugheri, delle chiusure e della lavorazione dei metalli».
Al progetto Bottiglie Giganti hanno già aderito alcune Cantine e Gandolfo non esclude che l’idea travalichi i confini comunali, «Nel solco di una collaborazione tra i territori vinicoli» annota.
Infine un paio di curiosità sulla maxi bottiglia canellese: per anni è stata il simbolo dello stabilimento principale della Gancia, quello storico, sotto cui si diramano le antiche Cantine una delle quattro Cattedrali Sotterranee di Canelli. Era sistemato davanti al protone d’ingresso. L’azienda l’ha messa a disposizione del Comune proprio per il progetto Big Bottles. All’installazione ha partecipato anche la Maxcork, un’azienda locale di tappi in sughero.
Quella della messa a disposizione dalla Gancia non è l’unica grande bottiglia esistente nella città culla del primo spumante d’Italia. Per decenni, infatti, i viaggiatori che scendevano alla stazione ferroviaria di Canelli, venivano accolti da una grande bottiglia di spumante. Poi, tra linee ferroviarie e stazioni dismesse, la grande bottiglia casse nel dimenticatoio. «Anche quella verrà restaurata e utilizzata per promuovere la nostra città» ha assicurato il vicesindaco Gandolfo.
Insomma, se lo slogan dello spot tv Anni Settanta di una nota Casa vinicola del Cuneese era “Arrivano i piemontesi”, potremo declinarlo ora in “Tornano i piemontesi”? C’è da augurarselo.

Filippo Larganà (filippo.largana@libero.it)


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