Agricoltura e Covid -19. Gli appelli delle organizzazioni di Categoria piemontesi. Coldiretti: «Occhio a selvatici e trasporti», Confagricoltura: «Risposte inadeguate», Cia: «Pac senza burocrazia»

inserito il 17 Aprile 2020

Questo Paese sta affrontando la più grave emergenza sanitaria, sociale ed economica dall’ultimo Dopoguerra. Se non fosse drammatico potrebbe sembrare una banalità, visto il periodo che stiamo attraversando.
In questo senso l’agricoltura, che mai come in questo momento è fondamentale per tanti aspetti del nostro vivere in quotidiana anormalità, mostra i segni di vecchi e nuovi malanni mai risolti, dalla burocrazia che rallenta il lavoro e l’accesso agli aiuti, al nodo mai sciolto della presenza di fauna selvatica che danneggia le coltivazioni, alle risposte giudicate inadeguate che giungono dalla politica.
Qui presentiamo gli interventi più recenti che le maggiori organizzazioni di categoria piemontesi, Coldiretti, Confagricoltura e Cia, hanno diffuso su vari tempi che affliggono il comparto.

Coldiretti Piemonte: a rischio cibo e sicurezza stradale con fauna selvatica incontrollata

Solo qualche giorno fa un capriolo ha mandato fuori strada una vettura di un medico che stava percorrendo l’autostrada A6 Torino-Savona. E’ una delle ultime notizie di questo genere che testimonia come cinghiali, caprioli e in generale animali selvatici si stiano sempre di più avvicinando ai centri abitati oltre che nei campi.
A livello nazionale, infatti, con l’emergenza coronavirus salgono a oltre due milioni i cinghiali che circolano senza freni per campagne e città danneggiando i raccolti e mettendo a rischio la sicurezza stradale ed il Piemonte è sicuramente tra le realtà più colpite, da nord a sud della regione.
«Con meno gente a presidiare i territori e lo stop alla caccia di selezione, ad essere messa a rischio è la sicurezza di chi, in questo periodo, trasporta i generi alimentari, ma anche i malati e di chi presta soccorso, pensiamo ad esempio alle ambulanze – spiegano Roberto Moncalvo presidente di Coldiretti Piemonte e Bruno Rivarossa, delegato confederale –. Già in Piemonte negli ultimi 6 anni si sono registrati 7.000 incidenti causati dalla fauna selvatica con una media pari a circa 1.200 incidenti l’anno, ma con questa situazione  la tendenza ad aumentare. Con il proliferare senza controllo della fauna selvatica, diventa pericoloso circolare e se gli incidenti stradali sono diminuiti è solo perché, al momento, con le disposizioni che dobbiamo seguire, c’è meno gente in giro, ma non appena si tornerà alla normalità la problematica aumenterà notevolmente. In questa situazione, ovviamente, i danni nei vigneti e nei campi sono elevati: quanto appena seminato diventa un ottimo pasto per i cinghiali. Per questo chiediamo che gli enti competenti siano celeri nell’accertamento dei danni semplificando il più possibile le procedure e consentendo, così, agli imprenditori di poter mandare avanti l’attività agricola in un momento particolarmente delicato come questo. Serve, dunque, che si mettano in atto misure straordinarie perché questa situazione può arrecare ulteriori problemi sanitari che si andrebbero a sommare a quelli già in atto in questa difficile fase».

Confagricoltura Piemonte su COVID-19: situazione grave e risposte inadeguate

Servono in fretta interventi straordinari per il sostegno dei redditi, la gestione dei mercati e la liquidità delle imprese. Da Bruxelles arrivano risposte deludenti. Il commercio internazionale è fermo e  la recessione economica taglierà la domanda interna. Il comparto vino, dopo un 2019 eccellente sul fronte dell’export è fortemente preoccupato per la prossima vendemmia.
«Siamo preoccupati per le risposte che arrivano dall’Europa. Oggi l’agricoltura ha bisogno di interventi straordinari per il sostegno dei redditi, la gestione dei mercati, la liquidità delle imprese. Invece di fornire risposte eccezionali il Commissario europeo all’Agricoltura ha invitato gli Stati membri a procedere in ordine sparso, con gli aiuti a carico dei bilanci nazionali sotto pressione, o attingendo a fondi europei già assegnati all’agricoltura». Enrico Allasia, presidente di Confagricoltura Piemonte, manifesta tutto il suo disappunto per la scarsa incisività delle proposte dell’esecutivo di Bruxelles nel fronteggiare la crisi che sta vivendo la nostra agricoltura alle prese con l’emergenza COVID-19.
Il presidente nazionale di Confagricoltura Massimiliano Giansanti evidenzia che quella del Commissario europeo «è una visione limitata, priva di qualsiasi orizzonte. La crisi è profonda e non sarà di breve durata. E’ indispensabile mettere a punto un piano di accompagnamento dell’agricoltura almeno fino alla fine di quest’anno. La recessione economica taglierà la domanda interna e, secondo le recenti stime del WTO (Organizzazione mondiale del commercio), il commercio internazionale farà registrare nel 2020 una contrazione in volume di oltre il 10% nella migliore delle ipotesi. Va ricordato, al riguardo, che la UE è il primo esportatore al mondo di prodotti agroalimentari».
Le ripercussioni che si avranno sull’economia agroalimentare piemontese saranno significative. «L’anno scorso la nostra regione ha fatto segnare un ulteriore aumento dell’export agroalimentare – dichiara Ercole Zuccaro, direttore di Confagricoltura Piemonte – con un fatturato di circa 6 miliardi di euro: l’esportazione di vini ha fatto segnare un aumento delle vendite a doppia cifra. Oggi il comparto vitivinicolo è in sofferenza e occorrono risposte rapide, anche perché tra pochi mesi ci sarà la vendemmia: se non si interviene subito con risposte adeguate si rischia il tracollo».

Cia Piemonte. Pac, il 70% degli anticipi disponibili a maggio (quando il disegno di legge licenziato dal Senato sarà approvato anche dalla Camera dei Deputati)

Il Disegno di legge di conversione del DL ‘Cura Italia’, licenziato dal Senato e ora al vaglio della Camera dei deputati, prevede che già a partire da maggio le aziende agricole potranno ottenere in forma semplificata, e quindi prima della presentazione delle domande uniche, un’anticipazione degli aiuti diretti del primo pilastro della Pac, pari al 70% del valore dei titoli in portafoglio, calcolata sulla base dei dati in possesso della pubblica amministrazione, presenti nel fascicolo aziendale delle aziende agricole. L’anticipo sarà finanziato con fondi nazionali. La presentazione della richiesta dell’anticipazione non consente di cedere titoli a valere sulla campagna 2020 e successive fino a compensazione dell’anticipazione. Anche sugli aiuti nazionali il disegno di legge consente di accelerare l’erogazione delle risorse attese dalle aziende agricole, concedendo la possibilità di pagare gli aiuti in due fasi, di acconto e di saldo, consentendo alle pubbliche amministrazioni che gestiscono gli aiuti di versare immediatamente gli acconti e di eseguire i controlli previsti al momento del pagamento dei saldi.
Un’altra novità del disegno di legge proroga i permessi di soggiorno degli stranieri già presenti in Italia per il lavoro stagionale nei campi. La validità di quelli in scadenza tra il 23 febbraio e il 31 maggio 2020 è prorogata fino al 31 dicembre 2020.
Ora bisogna lavorare con la Commissione europea per agevolare i controlli e semplificare le varie procedure di erogazione degli aiuti Pac attraverso l’utilizzo delle più moderne tecnologie potenziando i sistemi di controllo a distanza, anche grazie al supporto delle immagini satellitari ad alta risoluzione fornite dal programma europeo Copernicus e le foto Geo Tag fornite direttamente dagli agricoltori.

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