Intervista. Monti (sindaco di Strevi) nuovo presidente dei Comuni del Moscato. «Via alla mappatura dei Sorì. Necessari promozione e supporto ai vignaioli e alle uve delle vigne eroiche»

inserito il 12 Febbraio 2020

L’associazione piemontese dei Comuni del Moscato ha rinnovato la presidenza. Dopo l’elezione ad assessore regionale (Sanità) del sindaco di Santo Stefano Belbo (Cuneo), Luigi Icardi, che era presidente dell’associazione, e la reggenza per acuni mesi del suo vice, Laura Capra, l’assemblea ha designato nuovo presidente Alessio Monti, primo cittadino di Strevi (Alessandria).

Alessio Monti ha 41 anni («42 tra poco») è viticoltore, produttore di uve moscato e dipendente della pubblica amministrazione. È sposato ed è padre di due gemelle. È sindaco da circa cinque anni a Strevi, uno dei centri più importanti per la coltivazione e la produzione delle uve moscato con un passato di tradizione moscatista che ha punte di assoluta eccellenza nello Strevi doc, il celebrato e prezioso passito da uve, appunto, moscato bianco.
Ecco l’intervista che ci ha concesso.

Sindaco Monti, ora che è presidente dei Comuni del Moscato c’è un progetto che ha più a cuore di altri?

Quello dei Sorì del moscato. Ho firmato in questi giorni l’accettazione del preventivo di mappatura. Costerà poco meno di diecimila euro a carico dei Comuni del Moscato e, spero, che una quota ci verrà riconosciuta dalla regione Piemonte. I tecnici si metteranno subito al lavoro e tra un paio di mesi avremo una mappa precisa e attendibile delle vigne epiche, per pendenza e difficoltà di coltivazione. È il risultato del lavoro intenso della Commissione Sorì che ha visto l’impegno di giovani amministratori come Emanuele Contino, Luca Tosa e Francesco Bocchino.

E poi?

Ne parlaremo con l’assessore regionale, Marco Protopapa e con Eugenio Vittone che è il funzionario regionale che si occupa del tema. L’idea è quella di dare dignità e visibilità ai Sorì, ma anche di supportare i vignaioli che li curano, spesso da generazioni e in condizioni economiche e logistiche che stanno diventando sempre più difficili.

Traduciamo: chi conduce un Sorì dovrebbe incassare di più rispetto ad altre posizioni?

Deve esserci un incentivo, un valore aggiunto, un riconoscimento al lavoro e all’impegno di chi conserva l’integrità di un paesaggio con sacrifici. Devono esserci supporti al vignaiolo in primis, ma non solo.

Cioè?

Le uve moscato dei Sorì devono avere un canale di promozione e vinificazione ad hoc. Non sappiamo ancora se ci sarà un logo, una menzione o qualche cosa d’altro. Gli strumenti possibili vanno verificati. In ogni modo chi vinificherà utilizzando esclusivamente le pregiate uve dei Sorì del Moscato d’Asti, e sono quasi certo che se accadrà saranno soprattutto le griffe e i piccoli produttori, dovrà essere messo in grado di comunicarlo al meglio.

Un po’sulla scorta di quello che ha fatto il Prosecco docg con il “cru” Rive?

Ripeto: allo stato non sappiamo ancora quale strumento possa essere attivato, ma di certo il prodotto dei Sorì del Moscato d’Asti dovrà essere promosso e comunicato.

Sorì a parte c’è chi accusa i sindaci del Moscato di non essere stati negli ultimi tempi così presenti e propositivi per la filiera. Cosa risponde?

Cambierà. La cancellazione della Commissione paritetica (era l’assemblea che gestiva le trattative tra industria e produttori a cui partecipavano come uditori e mediatori Regione e sindaci, poi abolita per via delle regole Ue sull’antitrust ndr) ha di fatto escluso i primi cittadini da un confronto importante e strategico che ne definiva il ruolo di collegamento tra mondo del Moscato e territorio. Dobbiamo recuperare quel ruolo.

In che modo?

Risposta non facile. I sindaci del Moscato devono ritagliarsi un proprio ambito che già esiste perché essi sono, noi siamo, i rappresentati primi del territorio.

A proposito, il Consorzio dell’Asti e del Moscato d’Asti ha lanciato il progetto “rotonde” per la caratterizzazione, con marchio e logo consortile, di molti “rondò” stradali in vari Comuni della zona di produzione. C’è chi ha criticato e fatto ironia. Lei che ne pensa?

Dico che la critica va bene, ma senza esagerare. Considero le rotonde con logo e marchio consortili che indicano il territorio del Moscato d’Asti e dell’Asti docg un’ottima iniziativa che come sindaco di Strevi ho subito appoggiato e condiviso, tanto quella strevese sarà la prima rotonda a diventare operativa. Poi basterebbe andare in altre regioni italiane o all’estero e vedere cosa accade in altre aree vitivinicole. Spesso noi piemontesi non ci rendiamo conto delle nostre potenzialità.

Insomma è il solito problema di non sapere fare squadra?

Di certo se riuscissimo a fare bene rete avremmo risultati positivi enormi. Come Comuni del Moscato cerchiamo e cercheremo di fare proprio questo.

Filippo Larganà (filippo.largana@libero.it)

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