Tra pochi giorni, dall’11 al 12 maggio, a Nizza Monferrato (Asti) si celebrerà la Barbera d’Asti docg. L’occasione è la manifestazione “Nizza è Barbera”. Il sito qui. Poco da aggiungere, il titolo dell’evento dice tutto sulla leadership che la “città della paglia” si è ritagliata, giustamente, quando si parla di Barbera piemontese. Nessuno può scalfire questo primato. Tra le tante iniziative pro Barbera c’è anche un pasticcino realizzato dalle mani di un’artigiana pasticciera che arriva da molto lontano. Ecco la storia.
La Barbera d’Asti made in Nizza Monferrato non è solo un simbolo di territorio, un brand enologico da sbandierare (insieme al Nizza docg che è un vino a base di uve barbera) e, per fortuna, anche un trend economico che si sta accreditando sempre di più, la “rossa” è diventata anche un momento di unione, oggi si direbbe di condivisione o, se preferite, di inclusione sociale e culturale.
Paroloni? Rigurgito buonista? Nient’affatto. Ecco la vicenda di Fatna Bounaim, giovane donna di Rabat in Marocco che arriva in Italia per studiare diciotto anni fa. Niente barconi, niente trafficanti di essere umani, niente Primavera Araba, solo, come dovrebbe essere sempre, un viaggio da studente straniero “fuori sede”in una delle tante Università italiane che, nonostante i tanti problemi, restano eccellenze di livello internazionale.
Dunque Fatna comincia a studiare Lingue a Genova, ma vive a Nizza Monferrato e con i nicesi è subito feeling. «Nessuno qui mi ha mai fatto sentire straniera e gli italiani e i nicesi non sono razzisti» dice senza esitazioni. Fa piacere, forse ci sono sfumature, ma fa piacere.
La storia di Fatna continua con un matrimonio, due figli, che oggi fanno le scuole elementari, un’Università per ora («Ma solo per ora») messa in stop e tanti lavori e tante vicende personali. Quindi, per curiosità e voglia di fare, approda alla scuola alberghiera di Agliano Terme.
«Ho scoperto i segreti della Cucina piemontese e me ne sono innamorata» dice Fatna che dopo l’abilitazione professionale trova lavoro per qualche anno come chef in alcuni ristoranti e relais della zona. «Cucina rigorosamente piemontese – ricorda – ma con qualche lieve tocco di spezie che mi è rimasto dalla cucina marocchina» ammette.
È un successo, ma il lavoro da chef è tanto e insieme a quello enormemente più importante di mamma è improponibile. Fatna decide di fare la mamma a tempo pieno, però arriva un altro “colpo di fulmine”, quello con la pasticceria. Fa qualche corso e infine, spinta e supportata da amiche vere, il grande passo o, come dice lei, il salto nel buio: apre una pasticceria tutta sua sotto i portici della via principale e antica del centro storico di Nizza Monferrato.
Lì sforna pasticcini che si rifanno alla tradizione piemontese, ma hanno un tocco di Magreb, nell’uso di certi ingredienti come lo zenzero, il sesamo, la mandorla che è e resta un frutto mediterraneo.
Nasce un gamma di baci di dama con forme e ingredienti non comuni, le praline e e torte “disegnate”. Poi, l’anno scorso, l’intuizione.
Invitata a partecipare alla rassegna “Nizza è Barbera” Fatna crea il Bacio Nizza, solo ingredienti locali e in bella vista un grappolo di Barbera. «È un simbolo – spiega – per restituire un po’ di amore e affetto alla terra che mi ha accolta e adottata».
Il dolcetto ha successo. Produttori di vino lo adottano e abbinano alle degustazioni. Anche quest’anno a Nizza è Barbera ci sarà il Bacio di Nizza fatto da Fatna. No, niente barconi, niente tragedie, solo dolci, vino, rispetto reciproco e stare insieme.
L’umanità, dopo tutto, potrebbe avere un futuro migliore di quello che crede e vede oggi anche grazie a Fatna e al suo Bacio Nizza.
Filippo Larganà (filippo.largana@libero.it)
Qui sotto la nostra videointervista a Fatna Bounaim e un galleria di immagini dei suoi dolci e del suo laboratorio che non a caso ha chiamato Il Buon Gusto. Buona visione.