Seminario. Verderame addio? Forse no, per ora. Però se ne parla sul web con un forum il 21 marzo

inserito il 17 Marzo 2019

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I sali di rame, cioè il verderame, sono troppo tossici per l’ambiente? In che misura? Dipende da come e quando vengono usati? Ci sono tecniche e modalità che minimizzano la tossicità? Come usarli nella viticoltura biologica? E in quella convenzionale? Cosa dice la legislazione? Sono tanti gli interrogativi che ha sollevato Maurizio Gily, agronomo, divulgatore scientifico, consulente, che ha diffuso una nota in cui pone il problema dell’uso dei sali di rame in viticoltura e lancia, per il 21 marzo prossimo, un “webinar”, cioè un seminario sul web, in cui dibattere proprio questo tema.
Qui sotto la nota stampa di Gily e le modalità per partecipane al forum on-line. Buona lettura.    

I sali di rame, il più antico ma sempre efficace mezzo di contrasto alla peronospora della vite, sono da tempo sotto osservazione per la loro tossicità, non tanto come rischio a livello dei consumatori, quanto per il loro accumulo nell’ambiente, con danni agli organismi acquatici e alla vita dei suoli. Infatti il rame è un metallo pesante e non può essere degradato: per questo motivo fa parte del gruppo di fitofarmaci “candidati alla sostituzione” dalla Commissione Europea. La licenza, scaduta a dicembre 2018, è stata prorogata per cinque anni ma con una forte limitazione, quella di un massimo di quattro chilogrammi di rame per ettaro all’anno (prima erano sei). Il dosaggio massimo è flessibile su un arco di cinque anni, cioè in una stagione più critica per la malattia si può eccedere, ma complessivamente non si devono superare i 28 Kg in cinque anni.
Queste limitazioni creano problemi soprattutto ai viticoltori biologici, poiché il rame è l’unico antiperonosporico di sicura efficacia ammesso in bio, in quanto considerata sostanza di origine minerale e non della chimica di sintesi.

Quindi l’obiettivo per i prossimi anni è ottimizzare l’uso del rame per restare nei limiti: occorre migliorare la tecnica di distribuzione, utilizzare i modelli biologici associati alle stazioni meteo per trattare solo quando strettamente necessario, utilizzare formulazioni di rame più efficaci e altri prodotti di origine naturale che ne amplificano l’efficacia tra cui gli induttori di resistenza.

Su questi argomenti, che interessano non solo il biologico ma tutti i viticoltori, visto che il rame si usa ampiamente anche nel “convenzionale”, il prossimo giovedì 21 marzo sarà disponibile online un “webinar” (seminario via internet) organizzato dalla società Vinidea e tenuto dall’agronomo Maurizio Gily. Iscrizioni entro martedì 19.
Tutte le informazioni su sito Vinidea o digitando “rame vinidea” su google.

Maurizio Gily
skype maurizio1181
www.gily.it

(immagine di copertina tratta da Internet)

 

 

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