Etilometri in ristoranti. Calabrese (Onav): «Ok, ma il vino non è un superalcolico». Massobrio: «Servizio in più»

inserito il 7 Maggio 2010

Fanno discutere le disposizioni in materia di alcol contenute nel nuovo codice della strada approvato dal Senato e che ora passerà all’esame della Camera. Sdp ha sentito Giorgio Calabrese, il medico nutrizionista astigiano, giornalista, scrittore e presidente dell’Onav, l’associazione nazionale degli assaggiatori non professionisti di vino.

«Cosa penso delle nuove regole del codice della strada? Le promuovo e le boccio in parte – ha detto Calabrese -. Nello specifico – ha aggiunto – la legge, sbagliando, non fa differenza tra abuso di superacolici e consumo di vino. E se negli ultimi vent’anni il consumo di vino procapite in Italia è calato vistosamente passando da 110 litri l’anno a 28, qualcuno per favore mi spieghi come mai si imputa al vino le cosiddette stragi del sabato sera che, invece, vanno ascritte ai superalcolici alle bombe alcoliche che si assumono a tarda sera. Certo in discoteca non  si beve Barbera o Brunello».

Calabrese inoltre ha ricordato la necessità di educare i giovani al consumo consapevole dell’alcol: «Spiegando, magari nelle scuole, che chi ha meno di 17 anni, per questioni fisiologiche, non può assumere alcol, neppure sotto forma di birra. Il fegato degli under 17, infatti, non è ancora predisposto a digerire l’alcol e quindi si rischia l’overdose alcolica»

C’è poi la dibattuta questione dell’etilometro nei ristoranti e in tutti i locali autorizzati a vendere alcolici e superalcolici.

Giorgio Calabrese, che proprio il 6 maggio scorso ha parlato di alcol e guida all’assise nazionale dell’Onav in corso a Torino, ha puntualizzato: «Non sono contrario a patto che la cosa sia gestita con discrezione. I precursori, cioè i mini-etilometri monouso, devono essere sistemati in modo che il commensale a fine pasto possa scegliere se fare l’auto-esame o no. Magari uscendo dal locale, come quando si fa per fumare una sigaretta. Qualora la soglia di alcol sia stata superata io consiglio di calcolare, in media, un’ora di attesa per ogni bicchiere di vino consumato, 40/50 minuti dall’ultimo bicchiere. In questo modo si sarà sicuri di aver smaltito l’alcol in eccesso».

Favorevole ai mini-etilometri nei locali anche il giornalista Paolo Massobrio che a Canelli, in occasione dell’apertura della Biteg, la borsa internazionale del turismo enogastronomico, ha dichiarato a Sdp: «Chi propone vino deve fornire anche servizi. L’etilometro è uno di questi. Eppoi se i commensali si fermeranno di più nei locali per smaltire il vino, sarà un’occasione per offrire loro altre squisitezze non alcoliche del territorio».

Pareri negativi invece sono arrivati dalla Fipe (Pubblici esercizi) che ha bocciato senza appello le norme anti-alcol definendole fonte di danno per il settore. Dure critiche sono arrivate anche da altre organizzazioni di categoria come la Confcommercio.

Filippo Larganà (filippo.largana@libero.it)

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