Chi ama il proprio mestiere lavora molto e si stanca meno di chi non ha passione per quello che fa. Concetto un po’ contorto? Forse, ma che Paolo Araldo, patron con la sorella Daniela del gruppo omonimo (http://www.paoloaraldo.com/) condotto insieme ai figli Rosa (figlia di Daniela) Jacopo e Beatrice (figli di Paolo), spiega benissimo in questa video intervista.
Dopo decenni di attività la Paolo Araldo è al centro di un universo di prodotti, a cominciare dai tappi Diam che attraverso un esclusivo e innovativo metodo assicurano chiusure in sughero sicure e al riparo da qualsiasi problema (il compreso il famigerato sapore di tappo) e altri supporti enologici, è partner di molte maison vinicole, più o meno blasonate, più o meno storiche, ma tutte, dal Piemonte alla Sicilia, dal Trentino alla Sardegna, impegnate nella produzione di vini e spumanti made in Italy che solo apprezzati non solo in Italia, ma non mondo.
E la Paolo Araldo, insieme alla Belbo Sugheri, ha buona parte in questa produzione vitivinicola italiana che, tra tante crisi economiche e internazionali (a proposito sentite che lettura dà Paolo Araldo dei dazi Usa, se la notizia fosse confermata ci sarebbe da riflettere), regge e, anzi, rischia di essere l’unico o uno dei pochi baluardi in grado di difendere reddito e occupazione. L’anima commerciale di Paolo Araldo, che si definisce ed è un venditore, suggerisce ottimismo. Noi siamo d’accordo, e insieme al gruppo di blogger, giornalisti, sommelier arrivati invitati da Collisioni, il festival agrirock che da oggi al 2 luglio animerà le notti a Barolo (http://www.collisioni.it/it/programma), visitando la Paolo Araldo che ha radici astigiane tra Canelli e Calamandrana, abbiamo toccato con mano che quando c’è passione e preparazione niente è impossibile.
Qui di seguito, dunque, la nostra video intervista a Paolo Araldo e una rassegna di foto della visita che il gruppo inviato da Collisioni ha effettuato nelle sedi del Gruppo Paolo Araldo e Belbo Sugheri.
Buona visione
Aziende. Paolo Araldo parla del Gruppo Paolo Araldo, il “case history” di chi ama e aiuta il vino per business, certo, ma anche per passione e territorio
inserito il 29 Giugno 2018Lascia un Commento
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