È morto Gualtiero Marchesi, il grande cuoco che ha inventato la grande Cucina italiana con un taglio netto a quella ristorazione del Dopoguerra fatta, come ha scritto qualcuno in queste ore, a colpi di panna, prosciutto e piselli. Lui era diverso, era un genio innovatore, uno sperimentatore appassionato e un uomo colto e amante del bello. Te ne accorgevi anche durante una cosa fredda come un’intervista al telefono, come è accaduto a chi scrive, molti anni fa. A intervista finita era consapevole di aver parlato con un grande. Punto.
Marchesi, come è scritto sulla pagina Facebook che lo ricorda, si è spento alle 18 del 26 dicembre nella sua casa milanese, circondato dai suoi familiari, nella sua Milano dove era nato 87 anni fa. I funerali. come ha comunicato la Fondazione Gualtiero Marchesi, si terranno venerdì 29 dicembre alle 11, nella Chiesa Santa Maria del Suffragio a Milano. Marchesi riposerà accanto ad Antonietta e ai suoi cari nel cimitero di San Zenone Po. Non fiori ma sostegno alla Fondazione Gualtiero Marchesi, Banca Prossima, Filiale 5000, Milano, IBAN IT63M0335901600100000011633
«La cucina italiana saluta l’uomo di cultura, l’imprenditore, il cuoco, uno spirito libero, arguto e coraggioso, ma continuerà a fare riferimento al Maestro dei maestri, che ha cambiato radicalmente la tradizione culinaria del nostro Paese. La sua cucina, basata sulla materia, l’essenzialità e l’eleganza resta un termine di paragone per il passato e un esempio per i futuri cuochi» si legge ancora sul suo profilo ufficiale. Come non essere d’accordo. In Piemonte Marchesi era di casa. Aveva ricevuto molti premi, numerosi riconoscimenti, aveva molti amici tra i colleghi e molti dei suoi allievi oggi sono stelle di prima grandezza del mondo della Cucina piemontese, italiana e internazionale e se lo sono diventato devono a lui gran parte dei loro successi. E a questo proposito ci piace ricordare la partecipazione di Marchesi alla prima edizione della rassegna “Le Grandi Tavole del Mondo” che vide la luce nel 2001 nelle Cantine di Casa Contratto. L’allora proprietario della maison, Carlo Micca Bocchino, ebbe l’idea di allestire, sotto le volte di una delle Cantine che tredici anni dopo sarebbero diventate patrimonio dell’Umanità Unesco, cene di altissimo livello preparate dai migliori cuochi del mondo. L’iniziativa durò per varie edizioni e Gualtiero Marchesi fu tra la prima pattuglia di maestri dei fornelli che inaugurano la rassegna con grande eco e successo non solo in Piemonte e in Italia, ma in tutto il mondo.
Qui riproduciamo l’articolo pubblicato dal quotidiano La Stampa sedici anni fa che illustra la prima edizione de Le Grandi Tavole del Mondo.
E anche per questo L’Italia e il Piemonte devono essere grati al grande Gualtiero Marchesi, un grande cuoco, un grande Italiano.
SdP