Riceviamo e pubblichiamo dal Consorzio di Tutela del Brachetto una nota in cui si parla del segno positivo che le vendite di fine anno avrebbero fatto segnare per un vino troppo spesso dato per spacciato e che, invece, è una delle eccellenze piemontesi da condividere e lanciare. Il comparto ha avuto alti e bassi, soprattutto bassi negli ultimi anni. Non sono state lesinate critiche alla gestione consortile che resta, comunque, nelle mani dell’imprenditore acquese Paolo Ricagno, a cui aziende e vignaioli hanno confermato fiducia. Ora le vendite di fine anno sembrano ridare speranza e sembra che ulteriore speranza arrivi dalla versione non dolce del Brachetto, quell’Acqui Dry che, sull’onda dell’Asti Secco, sembra volere imporsi come unico spumante docg dolce italiano “naturalmente rosé”. È una scommessa in cui il Consorzio crede come leggerete nella nota che pubblichiamo qui:
“Mezzo milione di bottiglie in più rispetto al 2016 con un volume totale di oltre 4,8 milioni di bottiglie, circa il livello produttivo di due anni fa. In vista del Natale e delle feste di fine anno il mondo del Brachetto vede un po’ di rosa e rilancia le speranze per una ripresa che, negli ultimi anni, ha stentato a concretizzarsi, ma che ora sembra fondarsi su reali prospettive. Ne è convinto Paolo Ricagno, presidente del Consorzio di Tutela oltre che alla guida di una cantina sociale dell’Acquese dopo essere stato per vari mandati anche a capo del Consorzio dell’Asti. Dice Ricagno: «Confermo che, entro la fine di questo 2017, se il trend attuale resterà tale, le aziende consorziate imbottiglieranno oltre 500 mila bottiglie in più rispetto allo stesso periodo dello scorso anno facendo segnare un abbondante +10%. È un fatto importante per il nostro mondo – sottolinea Ricagno -. Significa che le sirene che davano per morto il Brachetto si sbagliavano e che questo vino, unico nel suo genere, con profumi, gusto e caratteristiche assolutamente originali e autoctone, legato per storia e tradizioni all’area compresa tra Astigiano e Acquese, può ancora dire la sua accanto ai grandi vini e spumanti dolci del Piemonte».
Ma il futuro del Brachetto non sarà solo dolce. Sulla scorta di quello che è accaduto per l’Asti docg che da alcuni mesi, con successo crescente, ha lanciato sul mercato la sua versione “secca”, Ricagno annuncia per il 2018 la presentazione dell’Acqui Dry, tipologia non dolce del Brachetto spumante. «Sarà il primo spumante docg naturalmente rosè da uve brachetto» chiarisce il presidente del Consorzio che aggiunge: «Ci aspettiamo molto da questo prodotto che sono certo saprà ritagliarsi una fetta di mercato. Già alcune aziende lo stanno testando. Nella primavera del prossimo anno dovremmo essere pronti per il debutto ufficiale di un vino che sarà innovativo ed esclusivo, come lo sono le bollicine del Brachetto»”.