Matteo Renzi ad Asti a “sorpresa” o quasi. Spieghiamo: prima (lunedì) dice che va ad Alessandria e poi (sempre lunedì), decide di passare a fare un salutino al suo amico Fabrizio Brignolo, amico e ovviamente renziano della prima.
Tutto bene. Giornata perfetta, tempo ideale, cielo terso e sole splendente. Renzi è stato accolto nel palazzo Comunale, in piazza San Secondo. Non una folla immensa ad attenderlo. Dentro, invece, ressa di sindaci, politici del luogo, curiosi, giornalisti, fotografi e cameraman. Insomma tutto da copione.
Chi c’era parla di un Renzi rilassato, non parlante dell’imminente referendum, ma loquace su temi più concreti. Bene. Anzi no, male. Perché sul web critiche e proteste fioccano, ma rimangono lì.
Sui filmati che girano sui social solo qualche accenno di contestazione, un “vergogna” ripetuto che poi si stempera in un “prima gli italiani, non quella gente di m…” (poi dicono che siamo bravagente). Però c’è anche chi grida “lavoro” o chi vorrebbe che il premier si ricordasse del problema della casa.
Sullo sfondo si sente solo Renzi che chiede “per favore qualcuno le può parlare?”. Forse un accenno a voler dire “qualcosa di sinistra” o la voglia di spegnere micce imbarazzanti.
In ogni caso ad Asti era impossibile non citare il vino. Ci ha pensato l’assessore regionale all’Agricoltura, Giorgio Ferrero, che insieme alla consigliera regionale astigiana Angela Motta, ha donato al presidente del Consiglio magnum di Barbera d’Asti e di Asti docg. Un rosso e un bianco. Ci sarebbe da farci un referendum, ma forse no, meglio di no.
(la foto in evidenza con la consegna dei vini a Renzi è tratta dal profilo Facebook di Angela Motta)
fi.l.