Riceviamo e pubblichiamo una nota di Agrinsieme in merito al tema di episodi di caporalato registrati tra i vendemmiatori nel Sud Astigiano e, alcune settimane fa, segnalati anche nell’Albese. “Una conferenza stampa congiunta, cui hanno partecipato i presidenti provinciali di Cia, Alessandro Durando, Confagricoltura, Massimo Forno e Confcooperative, Mario Sacco, insieme a Andrea Faccio, produttore vinicolo di Canelli e presidente nazionale del settore vino di Confagricoltura, per dire “no” al caporalato, allo sfruttamento dei lavoratori stagionali in vendemmia e per chiedere maggiori controlli mirati, una burocrazia più snella e ribadire che la stragrande maggioranza delle imprese vitivinicole sono la parte sana della provincia e del sistema vino Piemonte. Agrinsieme Asti, il soggetto di rappresenta agricola che raggruppa Cia, Confagricoltura e Confcooperative, ha colto l’occasione della giornata di ieri, 11 settembre, di apertura del concorso enologico nazionale della Douja d’Or di Asti, per parlare di sfruttamento e caporalato nei vigneti e per ribadire le posizione che, uniche associazioni di categoria, avevano espresso immediatamente dopo che inchieste giornalistiche avevano alzato il velo su episodi di sfruttamento nella zona del Canellese e dell’Albese.
Ha detto Alessandro Durando, presidente della Cia di Asti: «Non ci sentiamo certo di escludere che il problema esista, ma allo stesso modo ci sentiamo di affermare senza tema di smentita che le aziende agricole, famigliari o meno, hanno sempre rispettato le regole e pagato i lavoratori, soprattutto gli stagionali, come previsto dalla legge. Fisiologico, probabilmente, che ci sia qualche caso di irregolarità, ma non tale da far diventare il mondo del Moscato e quello agricolo in generale come quello “criminale” rappresentato in questi giorni dai media. Consideriamo l’azione della Guardia di Finanza come un importante momento di chiarimento nel settore del lavoro agricolo stagionale dove agiscono soggetti la cui attività non sempre è così trasparente come dovrebbe. Al contempo, però, è necessario sottolineare che la Cia di Asti, che regola per conto degli associati, le assunzioni dei lavoratori, ha perfezionato, negli ultimi mesi, le pratiche per circa 1000 assunzioni di cui una quarantina a tempo indeterminato e tutte le altre a tempo determinato, per la maggior parte relative al periodo dei lavori vendemmiali. Anche in questo caso – ha concluso Durando – le aziende agricole, di ogni dimensione, finiscono per essere l’anello debole della “filiera” del lavoro, danneggiate in immagine ed in sostanza, pur rispettando le regole che la legge ha previsto per questo tipo di occupazione».
Una posizione che si è riflessa anche nelle dichiarazioni degli esponenti di Confagricoltura. Ha detto Massimo Forno: «Ci risiamo. Quando c’è da buttare la croce addosso a qualcuno, tirando fuori accuse di caporalato e sfruttamento, gli agricoltori sono i primi della lista. Non è il nostro caso. Confagricoltura è la maggiore associazione datoriale della provincia e ha sempre rispettato le regole e denunciato situazioni irregolari in campo agricolo. La cosiddetta “vendemmia della vergogna” non ci appartiene, non è nel nostro Dna. Del resto, come dimostrano i dati, i lavoratori stranieri sono una risorsa per l’economia astigiana e italiana, in tutti i settori produttivi e non solo in agricoltura. E noi siamo per il rispetto delle regole. Per questo abbiamo elaborato, come Agrinsieme, un documento in cui facciamo una proposta per regolamentare i flussi di vendemmiatori in modo che siano identificabili e rientrino nell’alveo della legalità senza possibilità di contratti in nero o in grigio. C’è, però, bisogno di sinergie concrete tra enti di controllo, datori di lavoro, cooperative. Sull’accoglienza la proposta potrebbe essere quella di utilizzare aziende agricole che abbiano strutture abitabili utili allo scopo, snellendo, però, le norme che regolano questo aspetto».
Ha ribadito Mario Sacco: «Ci vuole informazione chiara e trasparente agli imprenditori. I casi di sfruttamento ci hanno messo alla berlina. Ora ci vuole attenzione anche da parte del Parlamento – ha proposto l’esponente di Confcooperative riferendosi anche alla presenza tra il pubblico di Massimo Fiorio, parlamentare astigiano e vicepresidente della Commissione Agricoltura delle Camera -. L’Aula – ha detto Sacco – metta in atto strumenti per risolvere questo problema. Il nome della cooperazione è stato infangato da casi che con noi hanno nulla a che fare. Il documento di Agrinsieme va nella direzione giusta».
Andrea Faccio ha invitato i media a scoprire i tanti, «E sono la stragrande maggioranza» ha assicurato, che accolgono i vendemmiatori, li assumono rispettando le regole. «È la vendemmia buona che dovrebbe fare notizia» ha aggiunto. «Chi viene nel nostro Paese per lavorare – ha concluso – rispetti le leggi e non finisca nelle mani di personaggi senza scrupoli, spesso stranieri, che non esitano a sfruttare i lavoratori. In questo senso ho apprezzato le decisioni del sindaco di Canelli, Marco Gabusi, che ha vietato accampamenti abusivi sul suolo comunale evitando situazioni di disagio e problemi all’ordine pubblico».
Chiamato in causa è intervenuto proprio il sindaco canellese, Marco Gabusi, che è anche presidente della Provincia di Asti: «Il mio pensiero è che ci debbano essere controlli severi e che il problema, affrontato dalla mia amministrazione comunale, sia risolto con un monitoraggio strettissimo all’uso di manodopera straniera e, magari, ad uno snellimento delle pratiche che consento l’assunzione in regola di vendemmiatori, comprendendone anche l’accoglienza».
Infine il direttore di Confagricoltura Asti, Francesco Giaquinta, ha puntualizzato un aspetto importante della questione vendemmiatori: «Ricordiamoci – ha detto – che le paghe e gli orari di lavoro, per i lavoratori stagionali assunti per le operazioni di raccolta dell’uva, sono stati approvate e sottoscritte in prima battuta dai sindacati nazionali, Cisl, Cgil e Uil, e quindi anche dalle organizzazioni sindacali di categoria, Cia, Coldiretti e Confagricoltura. È evidente, quindi, il rispetto delle regole di chi non fa contratti né in nero né in grigio. Il fatto negativo è che spesso le informazioni che sono passate sui media hanno ignorato proprio questo importante aspetto che andava, invece a mio avviso, sottolineato con forza. Gli agricoltori non sono sfruttatori e rispettano le regole. Chi non lo fa va punito e sanzionato».
Nel corso dell’incontro è stato anche distribuito il documento con il quale Agrinsieme propone, alla Prefettura di Asti, una “road map” per affrontare al meglio le questioni legate ai flussi di vendemmiatori che ogni anno, soprattutto dall’Est Europa, giungono nel Sud Piemonte per la raccolta dell’uva. Ecco i termini della proposta:
Per regolamentare al meglio l’impiego di lavoratori agricoli stagionali stranieri, particolarmente nel periodo della vendemmia, a parere delle associazioni di categoria che sottoscrivono questa proposta, sarebbe auspicabile mettere in atto le seguente iniziative:
– PREVISIONE – Riunione pre-estiva (giugno) per determinare a) l’entità della raccolta vendemmiale, b) i quantitativi di vendemmiatori necessari, c) la disponibilità di strutture ricettive private e pubbliche pronte ad accogliere i lavoratori che non hanno possibilità di essere accolti diversamente.
– CONTROLLI PERSONALI – Identificazione obbligatoria con controllo dei documenti d’identità dei lavoratori stagionali stranieri da impiegare nella raccolta delle uve esclusivamente da parte delle Forze dell’Ordine (Polizia, Carabinieri, Forestale, Polizia locale)
– CONTROLLO FLUSSI – Istituire presso gli uffici delle predette associazioni dei punti di collocamento lavorativo da cui indirizzare alle aziende che lo richiedono quei lavoratori che giungono nell’astigiano secondo una previsione di flussi da estrapolare attraverso le informazioni recepite da diverse fonti (associazioni, cooperative, imprese agricole) e che sono in regola con i controllo di identità precedentemente effettuato dalle Forze dell’Ordine
– ACCOGLIENZA ABITATIVA – Tra le soluzioni l’utilizzo di strutture alberghiere (sul modello già utilizzato a livello nazionale per i migranti) con costi convenzionati da coprire, in parte, dalla pubblica amministrazione; locazione di strutture pubbliche e/o private non utilizzate ristrutturate o da ristrutturare, dando mandato ai Comuni di favorire quanto possibile concessioni edilizie che abbiano come scopo il recupero di immobili destinati all’accoglienza dei lavoratori migranti stranieri (e dando in questo modo anche un impulso all’edilizia)
– PONTI CON I PAESI DI PARTENZA – Creare punti di raccolta e pre-selezione direttamente nei Paesi dai quali partono i lavoratori migranti. Si tratterebbe di punti raccolta dove gli stagionali vengono istruiti su: a) nozioni di base di lingua italiana, b) nozioni di base di coltivazione e raccolta di varie tipologie di uva con relativi corsi di sicurezza, c) compilazione di liste dei lavoratori che richiedono di lavorare per la vendemmia nell’Astigiano
– CONTROLLI – Vanno effettuati controlli previdenziali sulle cooperative che occupano operai agricoli con verifica da parte degli ordini ispettivi per la disponibilità della sistemazione dei luoghi occupati
L’incontro è servito anche per illustrare i primi dati della vendemmia. Lo ha fatto Faccio che ha fatto rimarcare come per tutte le tipologie di vitigni, questa annata 2015 sia caratterizzata da una grande qualità e sanità degli acini a cui corrisponde una quantità di prodotto in linea con quella prevista dai rispettivi disciplinari. Ottime le uve brachetto, moscato e pinot di cui è già stata quasi completata la raccolta. Prospettive di vendemmia record per i bianchi, chardanny e cortese, e i rossi, barbera, dolcetto e nebbiolo in testa”.
Le interviste