L’errore è il solito e proprio per questo fa arrabbiare di più.
Chiamare il tartufo tubero, mentre, invece, è un fungo ipogeo. Ma il fatto che ad inanellare l’ennesimo errore/orrore di ignoranza agroalimentare sia stato Gioacchino Bonsignore, giornalista professionista, firma di punta del Tg5 e responsabile della rubrica tv di buona tavola e agroalimentare Gusto, fa arrabbiare ancora di più.
Per ben due volte, nell’edizione di lunedì 26 ottobre 2009, Bonsignore ha indicato il Tuber Magnatum Pico, detto volgarmente tartufo bianco, come “tubero”. Il “diamante grigio”, come si sa, e dovrebbe sapere anche Bonsignore in quanto giornalista che scrive e parla di buona tavola e agroalimentare (vedi il sito http://www.tuber.it), è a tutti gli effetti un fungo del genere “tuber”, ma ipogeo, che, cioè nasce e cresce nel sottosuolo.
Si lo sappiamo, l’errore è frequente, ma questo non toglie la gravità di chi, come professionista dell’informazione ha (avrebbe) il dovere di documentarsi, prima di scrive e/o parlare.
Fate vobis.
Sdp
Concordo su tutta la linea. Come (quasi) sempre.
La tua segnalazione (per quel che conta, scrivo le stesse cose da anni, riferite a grandi organi di informazione e non alla Gazzetta di Roccacannuccia) la dice lunga sulla preparazione dei nostri giornalisti professionisti. Potremo provare, invece di genufletterci sempre di fronte a questi santoni del tutto virtuali dell’enogastronomia pensando che la loro opera sia di grande utilità per la promozione del territorio, a regalar loro invece del solito tartufone bianco da 5000 euro per far bella figura con i loro amici, un bel tubero, ma di quelli veri. Magari, affettando una patata o un bel topinambour, potrebbero scoprire la differenza che c’è. Ciao. Paolo